
Situazione sempre più caotica per la sanità del Vco tra prestazioni che si prolungano in tempi abnormi, situazione del personale medico che raggiunge condizioni intollerabili, malati sballottati da una parte all’altra, questione ospedaliera che dopo decenni di discussioni prosegue in un inestricabile ginepraio, forze politiche divise in acerrime polemiche senza fine. A dimostrazione di ciò riportiamo di seguito (per i lettori che pazientemente vorranno leggerli), cinque comunicati giunti in redazione in poche ore: uno del Comitato Salute Vco che testimonia un caso aborme accaduto in provincia, gli altri di gruppi e partiti politici che dimostrano senza bisogno di aggiungere nulla il livello raggiunto dalla polemica.
Da parte nostra anticipiamo qualche considerazione che non può che esprimere la desolazione con cui si deve registrare il livello raggiunto dalla questione sanitaria e l’incapacità di trovare soluzioni a problemi che tutti nelle dichiarazioni di intenti definiscono di assoluto interesse per un bene primario e indiscutibile come quello della salute dei cittadini, ma che nei fatti non riescono a districarsi da campanilismi, visioni di parte, incapacità di confronto serio e risolutivo. Chiuderei tutte le persone coinvolte in una stanza e non le farei più uscire finchè non abbiano trovato una soluzione, ci scrive un lettore. Parole paradossali, certo, ma non trascurabili per esprimere il livello di esasperazione che si è raggiunto. Sta di fatto che, accanto ai problemi che vanno progressivamente e inarrestabilmente aggravandosi, la questione ospedaliera dopo anni e anni di discussioni sembra ancora al punto di partenza, con interminabili contrapposizioni tra ospedale unico e mantenimento del doppio ospedale, scelta sulla ubicazione della eventuale nuova struttura, lasciando inevitabilmente insolute e anzi aggravate le questioni collegate. Queste valutazioni potrebbero anche sembrare piuttosto qualunquistiche e il tema trattato è di rilievo tale da esigere indubbiamente approfondimenti adeguati: resta peraltro il fatto che esse diventano inevitabili, lo ribadiamo, di fronte al generale sconcerto indotto dalla situazione, con l’auspicio che si riesca presto a giungerne a capo …….. Ed ora immergetevi nella lettura ……
Tragedia con … comica finale
Pensavamo di aver visto tutto nella disorganizzazione della sanità del VCO, ma ci siamo sbagliati. In
effetti, non c’è mai limite al peggio, e quindi, quando abbiamo toccato il fondo … cominciamo a
scavare! Questo che vi raccontiamo è realmente successo.
Sabato 17 dicembre verso le 9, un signore di Verbania ha una crisi nervosa (la privacy ci impedisce
di dire di più) che spaventa la moglie, la quale contatta subito il medico di famiglia per chiedergli di
visitare il paziente. Viene però da lui invitata a chiamare la Guardia Medica, cosa che lei fa subito
componendo il numero verde della centrale di Torino, che la mette subito in contatto con la
Guardia Medica di Verbania. Dopo molti solleciti finalmente alle 14 il Medico riesce a recarsi dal
malato in questione. Mentre lo sta visitando, il paziente ha una nuova crisi che preoccupa il
Medico, il quale chiama il 118 che arriva poco dopo con una ambulanza medicalizzata. Il consulto
dei due medici non può che indirizzare il trasporto al DEA di Domodossola, in quanto al Castelli di
Verbania del DEA è rimasto solo il cartello indicatore. Alla signora non solo viene impedito di salire
sull’ambulanza insieme al marito, ma viene anche diffidata a recarsi al S. Biagio, perché non la
farebbero entrare comunque. Successivamente la signora si attacca al telefono per chiamare il
DEA di Domodossola per avere notizie del marito, ma nessuno le dà retta. Nel corso dell’unica
telefonata a cui trova risposta, viene informata che il paziente è stato sottoposto a TAC, di cui si
attende l’esito per definire la diagnosi. Intanto si fa notte.
La mattina dopo, dopo diversi e inutili tentativi di mettersi in contatto con qualcuno, finalmente
una infermiera le dà evasione, anzi fa in modo che la signora possa contattare il marito in
videochiamata. Il paziente è sempre in attesa che qualcuno interpreti i risultati della Tac, ma si
scopre che è collocato sulla barella con la quale è stato trasportato al DEA con l’ambulanza il
giorno prima. La signora ne chiede il motivo, ricevendo la risposta: non ci sono letti liberi. Alle
rimostranze della signora il Medico le consiglia di contattare la Direzione generale (??!!) e lei, al
colmo della disperazione, informa non certamente la Direzione generale, qualcun altro che ha
l’autorità e la volontà di intervenire. Questo autorevole ed immediato intervento, costringe i
responsabili a trovare una soluzione. Il posto letto viene trovato. Ma non è finita! La mattina
successiva, lunedì, al paziente arriva una chiamata al suo cellulare. È l’ASL che chiede a lui dove si
trova e come sta. CI MANCAVA LA “COMICA FINALE”. È la ciliegina sulla torta che suggella questa
disorganizzazione. Per fortuna abbiamo un Direttore generale di questo calibro! Se non l’avessimo,
magari le cose andrebbero anche … meglio, o no? Sapevamo della mancanza di medici e
infermieri, ma che mancassero anche i letti per ricoverare i pazienti, questo è sorprendente.
COMITATO SALUTE VCO
__________
Da Alice De Ambrogi Segretaria Provinciale e Segreteria Provinciale Partito Democratico Vco:
In merito al documento presentato da 31 Sindaci del VCO segnaliamo:
– rimane una forte maggioranza (soprattutto di Sindaci delle popolazioni più popolose come Verbania, Domodossola, Omegna, Gravellona Toce, Baveno ecc.) che ritengono che l’ospedale nuovo sia la scelta migliore da compiere. Ci chiediamo perché delle loro proposte la Regione Piemonte non ha tenuto conto, né ora né in passato.
– Lo stesso documento dei 31 sindaci del VCO (stando a quanto scritto sugli organi d’informazione) rimarca che sono “sempre stati sostenitori di un ospedale unico, che l’ordine dei medici chiede dagli inizi degli Anni Duemila, considerato però ormai una chimera”. Questo fallimento lo si deve però alla regione Piemonte del Presidente Cirio, dell’assessore alla sanità Icardi, del consigliere regionale Preioni, che hanno affossato il progetto di ospedale nuovo senza proporre null’altro di reale e concreto.
– Questi 31 Sindaci “ripiegano ora sulla ristrutturazione dei due esistenti”; peccato che dei soldi prospettati dalla Regione non vi è assolutamente traccia e le cifre sono “sparate” a caso. Prima Cirio dichiara che ci sono 100 milioni, Preioni lo corregge affermando che sono 200 e ora (siamo a Natale) la cifra annunciata ai giornali, sempre secondo Preioni, è salita a 300 milioni di euro. Numeri a vanvera senza che uno straccio di documento sia stato MAI approvato dalla Giunta regionale in merito.
Abbiamo già capito come finirà: la Regione farà solo annunci e nulla si muoverà sino alla fine della legislatura che si concluderà con un solo risultato: aver affossato il progetto del nuovo ospedale che era anche accompagnato da un potenziamento della medicina territoriale di qualità (altro argomento che la Regione Piemonte utilizza solo quando utile ed esclusivamente a scopo propagandistico), anche attraverso il potenziamento delle poche (alcune malfunzionanti, come a Verbania) Case della Salute.
E nemmeno su questo tema la Regione e il centro destra al governo (con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) ha introdotto una sola iniziativa concreta.
Tempo perso che si traduce in drammatiche conseguenze per la sanità e la salute dei nostri cittadini: con l’assenza di personale, un uso smodato di medici gettonisti, la lentezza nel recupero delle prestazioni sanitarie, cittadini sballottati in tutta la Regione per semplici analisi, Cup balbettanti, ritardi enormi nello svolgimento di esami – con alcuni che nemmeno si possono fare -, Case della Salute poco efficienti e mai potenziate.
Tutto ciò è imputabile alla Regione che ci sta facendo perdere cinque anni senza una iniziativa concreta per migliorare la situazione della nostra sanità.
__________
Sanità: alla buon’ora la minoranza si sveglia!
È quasi Natale e il gruppo consigliare di Giandomenico Albertella, che forse si ricandiderà alle prossime elezioni amministrative, pensa di regalare al territorio un’altra bufala: la raccolta di firme per il mantenimento dei due ospedali di Verbania e Domodossola, gettando i cittadini nella confusione su di un tema tanto importante quanto complicato. È allora il caso di fare un’operazione verità sui fatti e sugli atteggiamenti di questa opposizione, che vuole cogliere al balzo la palla lanciata dalla commissione consigliare per la partecipazione sui disservizi al Castelli. Si tratta di due aspetti distinti sui quali il Partito Democratico e le altre forze di maggioranza hanno da sempre le idee molto chiare.
Andiamo con ordine. La riorganizzazione sanitaria del VCO merita un nuovo ospedale unico e PROSSIMO al baricentrico DEMOGRAFICO della provincia, laddove l’utenza è maggiore. Punto. In passato si sono perse occasioni importanti e per questo oggi si patiscono carenza di professionalità, mobilità passiva verso i nosocomi di Novara, Borgomanero e Varese. Su questo aspetto Verbania Futura è sempre stata ondivaga e mai ha sostenuto gli interessi dei verbanesi NON partecipando alle manifestazioni promosse dal Comitato Difesa Castelli FIN DALL’ APRILE 2021 ALLORCHE’ IL CASTELLI CONTINUO’ AD ESSER OPERATIVO A “SCARTAMENTO RIDOTTO” È del tutto evidente che la raccolta delle firme è un’iniziativa propagandistica che tradisce qualsivoglia ragionamento di prospettiva per il VCO, mentendo sul fatto che i 200 (DIVENTATI 300!!) milioni promessi dalla Regione Piemonte possano risolvere il problema.
Altra questione sono i disservizi al Castelli da tempo lamentati dai cittadini a Verbania, che hanno trovato ANCHE eco nella Commissione Partecipazione dei CONSIGLI DI QUARTIERE. (che ha chiesto al Sindaco “di farsi portavoce presso le competenti Autorità Sanitarie Locali, Provinciali, Regionali e Nazionali affinché al nosocomio di Verbania venga restituita la dignità di luogo di cura e tutela della salute delle persone e venga riconosciuta la funzionalità ed efficienza delle moderne strutture ospedaliere, evitando il ricorso a temporanee e precarie prestazioni mediche “a gettone” ed a soluzioni tampone che, proprio perché tali non possono essere procrastinate sine die con conseguente pregiudizio e compromissione del diritto alla salute dei nostri concittadini”).
Dobbiamo precisare, ricordandolo ai Cittadini, che tranne un lontano ordine del giorno del Consiglio Comunale (12 marzo 2021) firmato da tutti i gruppi politici (eccettuato la Lega) da quel marzo 2021 in poi gli altri gruppi di minoranza (incluso Verbania Futura e suoi predecessori) hanno sempre brillato per la non partecipazione alle diverse conferenze stampa indette a periodicità bimestrale dall’Amm.ne (invitati sempre anche i Capigruppo) che stigmatizzavano lo stato di operatività ridotta del nostro Ospedale, le lunghissime liste di attesa, i gettonisti, etc. non hanno neanche partecipato al Consiglio Comunale aperto dell’11/12/21 né alla riunione pubblica indetta al Flaim il 4/7/2022 accusando la maggioranza di “fare demagogia (!?!) ed inutili passerelle”…. Ribadiamo che al Castelli dovranno essere ripristinati tutti i servizi che venivano erogati prima della pandemia! E di ciò continueremo a chiederne conto alla Dirigenza ASL informandone la Cittadinanza come finora abbiamo fatto.
A riguardo, la minoranza in parola non ha mai compreso fino in fondo i bisogni dei verbanesi preferendo la diffusione di notizie non vere, stando alle quali il Sindaco di Verbania avrebbe aderito alla chiusura dell’ospedale cittadino: affermazioni gravissime sulle quali un giorno dovrà rispondere agli elettori. Il Partito Democratico e le altre forze di maggioranza, invece, faranno sentire la loro voce a tutela del diritto alla salute, che la politica sanitaria regionale di destra vuole compromettere a danno dei cittadini.
Roberta Gentina – capogruppo consiliare, Marco Magni – segretario cittadino Partito Democratico
__________
MARCHIONINI CHIEDA SCUSA AI 3400 CITTADINI CHE HANNO FIRMATO A DIFESA
DELL’OSPEDALE “CASTELLI” E SI PRENDA UN PERIODO DI RIPOSO PER IL BENE DELLA CITTA’
Marchionini nel definire “pagliacciata” la consegna avvenuta ieri al Presidente della Regione CIRIO
delle 3.400 firme di Cittadini che hanno sottoscritto la petizione a difesa dell’Ospedale “Castelli” e
del progetto di riqualificazione dei due presidi ospedalieri ha dimostrato di avere ormai superato il
segno.
Se questa è stata una “pagliacciata” vuol dire che chi ha organizzato la raccolta firme è un pagliaccio?
E chi ha firmato è un pagliaccio? Valuteremo senza esitazione la rilevanza penale delle affermazioni
del Sindaco ma, al di là di questo, crediamo che Marchionini debba chiedere immediatamente scusa
ai 3400 cittadini che hanno firmato a difesa dell’ospedale “CASTELLI”, proprio di quell’ospedale che
verrebbe chiuso qualora venisse realizzato l’ospedale unico provinciale da Lei sostenuto.
Non si era mai visto un Sindaco che volesse chiudere l’ospedale della propria città, non si è mai visto
un sindaco che si permetta di insultare i propri cittadini ed anche – lo vogliamo sottolineare – i 31
Sindaci suoi colleghi che hanno sottoscritto l’appello alla Regione per la difesa dei due ospedali.
Le scuse per un Sindaco che ha ampiamente superato il limite non bastano: consigliamo vivamente
a Marchionini di approfittare delle imminenti vacanze di Natale per prendersi un periodo di riposo
e per “staccare la spina”; ciò servirà a Lei ma anche ad una Città esasperata dai suoi comportamenti
e dalla sua arroganza.
Magari questo auspicato riposo potrà esserle utile per recuperare quella riflessività che dimostra di
aver perso completamente. Se poi, nemmeno le vacanze natalizie le fossero utili, a quel punto
pensiamo che Marchionini debba “andare a casa”, perché un Sindaco che non ha rispetto dei propri
Cittadini che non la pensano come Lei, non è degno di rimanere a Palazzo di Città un minuto in più.
GRUPPO CIVICO VERBANIA FUTURA
__________
LA MEDICINA TERRITORIALE NON E’ UNA PRIORITA’ PER CHI GOVERNA IL PIEMONTE
Ci sarebbe da ridere se non venissimo da tre anni di pandemia che hanno mostrato quanto la sanità
pubblica debba essere in cima ai pensieri degli amministratori piemontesi.
La sanità piemontese non se la sta passando bene, tra richiami della Corte dei Conti sui ritardi nell’edilizia
ospedaliera, interi reparti appaltati alle cooperative di gettonisti per la mancanza di personale – ma non si
può chiamare privatizzazione – liste d’attesa con tempi biblici ed una sanità territoriale da ripensare.
Proprio quella sanità territoriale che avrebbe dovuto essere, secondo le dichiarazioni di molti, la base di un
sistema sanitario rinnovato che ha imparato la lezione della pandemia.
Invece, a quanto pare, la medicina territoriale non rientra tra le priorità del centrodestra al governo della
Regione Piemonte.
Con una nota del 19 dicembre le opposizioni in Consiglio Regionale fanno sapere che in Commissione
Sanità i partiti del centrodestra hanno fatto mancare il numero legale in una seduta che aveva all’ordine
del giorno proprio la discussione sulla medicina territoriale, il personale delle case di comunità che, a
quanto pare, dopo essere state annunziate con i soliti toni trionfali, non rientrano nelle grazie del nuovo
ministro della salute.
Insomma, ce ne sarebbe stato di materiale per la discussione, invece la sanità e la medicina territoriale
pare che non rientrino tra le priorità della maggioranza che dovrebbe governare il Piemonte e il suo
sistema sanitario.
Segreteria Grande Nord Piemonte, Roberto De Magistris
__________