Anche l’Associazione Libera Per l’Insubria interviene nel dibattito sulla costruzione del nuovo ospedale con Giorgio Restelli. Il presidente della Delegazione Alpi Vco indica nella salute dei residenti la priorità assoluta e ritiene che l’assistenza prestata dai due ospedali debba essere prioritaria, così come la permanenza dei medesimi nel nostro territorio: Pensiamo sia inutile la costruzione di un ospedale che visti i tempi tecnici non sarà pronto prima del 2026 e quindi nascerà già vecchio e costruito con criteri sorpassati. Rendiamoci conto che con un bacino di utenza pari a poco meno di un quartiere di Milano, nessun luminare della medicina verrà mai a fare il primario da noi e comunque, con i passi da gigante che sta facendo la scienza medica, forse sarebbe meglio progettare sale operatorie robotizzate in modo da permettere così al fantomatico luminare di operare a distanza, come già avviene nel mondo.
Anche Luca Bona, presidente dell’Associazione, lancia un monito ed esprime preoccupazione per un territorio che continua a subire penalizzazioni: Il VCO è strettamente connesso con Novara, o almeno dovrebbe esserlo. Continuare a ragionare per ‘compartimenti stagni’, ragionando sulla base di ipotetiche divisioni territoriali non fa altro che indebolire tutti e a farne le spese è la parte più debole e anziana della nostra gente. Il Lago Maggiore, che oltretutto è il secondo bacino turistico del Piemonte ed è perciò soggetto ad un forte incremento di popolazione nei periodi estivi (decine di migliaia di abitanti in più per alcuni mesi) ha già subito la perdita dell’ospedale e del pronto soccorso di Arona con un incremento di accessi che il DEA di Borgomanero fatica ad assorbire, oltre al ridimensionamento dell’ospedale di Omegna. Il risultato è un impoverimento dei servizi e il conseguente sfogo verso la vicina Lombardia. Se nei problemi attuali includiamo anche lo stallo per la città della salute novarese, il quadro è ancora più preoccupante. Il nostro Territorio merita rispetto e attenzione, ma soprattutto deve restare unito e far valere l’unicità della conformazione territoriale e socio economica, che non può essere omologata da disposizioni fatte per altri territori. Siamo vicini alle posizioni espresse dai Sindaci del distretto del Verbano: ora come ora si cominci ad investire le risorse a disposizione per la valorizzazione tecnologica delle strutture esistenti, si parta dalle cose concrete, realizzabili in termini ragionevoli e soprattutto più utili al territorio. Innescare ‘lotte politiche’ tra aree che meritano entrambe attenzione e rispetto, creando divisioni inutili è irresponsabile e penalizzante per tutti.
Nella foto Giorgio Restelli