SEQUESTRATI 40 KG DI FOGLIE DI KHAT

Durante un controllo ordinario al valico stradale di Iselle, alla consueta domanda Ha qualcosa da dichiarare?, un cittadino extracomunitario rispondeva negativamente. I funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e i militari della Guardia di Finanza, quotidianamente in presidio al valico di Iselle di Trasquera, fermavano l’autoveicolo diretto in Svizzera per un controllo. Il passeggero deteneva una modica quantità di marijuana, ma in seguito ad una accurata ispezione dei bagagli gli operanti rinvenivano 200 mazzetti di foglie fresche di khat, per un totale di 40 chilogrammi, avvolti in fogli di carta assorbente. Il khat è una droga derivata da un arbusto (Catha edulis) nativo dell’Africa orientale e del sud dell’Arabia. I principali ingredienti psicoattivi del khat sono la catina e il catinone, elementi chimici strutturalmente simili all’anfetamina, annotati nella Tabella I delle sostanze stupefacenti, di cui al D.P.R. n. 309/90. Anche se il khat può essere ingerito come infuso oppure fumato, il modo più comune di assunzione consiste nel masticarne la pianta. Di solito, un individuo consuma 100-200 grammi di foglie di khat alla volta (circa un mazzetto), ed i suoi effetti durano diverse ore.  Il consumo porta ad effetti qualitativamente simili a quelli della citata amfetamina, cioè aumento della pressione sanguigna, stato di euforia e allegria, aumento dello stato di allerta ed eccitazione. Gli effetti euforici del khat iniziano dopo circa un’ora di masticazione. La sostanza è stata immediatamente sottoposta ad analisi presso il Laboratorio chimico ADM di  Torino e i risultati hanno confermato le caratteristiche dello stupefacente.

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