SERPENTI E UOMINI DELLA VAL GRANDE IN UN DOCUMENTARIO DI GRANDE SUCCESSO

SERPENTI E UOMINI DELLA VAL GRANDE IN UN DOCUMENTARIO DI GRANDE SUCCESSO

Serpenti e uomini della Val Grande è il titolo di un documentario di Marco Tessaro prodotto dal Parco Nazionale della Val Grande nell’ambito di un finanziamento straordinario del Ministero della Transizione Ecologica dedicato alla Rete Natura 2000. La Val Grande, oltre a essere Parco Nazionale, è anche Zona Speciale di Conservazione a livello europeo e ospita habitat e specie molto importanti tra cui alcuni rettili, che spesso incutono paure e sentimenti contrastanti. Il documentario, disponibile online su vimeo e sui social, svela comportamenti e caratteristiche dei serpenti presenti in Val Grande ed ha già ricevuto molti apprezzamenti sia da chi ha visualizzato il documentario (che registra già più di 80.000 visualizzazioni)  sia dagli addetti ai lavori.  E’ pure entrato nella Selezione ufficiale al Gran Paradiso Film Festival, uno dei festival più prestigiosi d’Italia, dove è stato proiettato lo scorso 12 agosto. Anche il Carpathian Mountain International Film Festival e Eho Mountain Film Festival (Ucraina), entrambi in programma a settembre, hanno inserito nelle loro selezioni il documentario e ciò rappresenta un riconoscimento di graande prestigio. La produzione è stata realizzata in un’unica stagione di presenza dei serpenti sulla superficie, dalla primavera al tardo autunno del 2020: un lavoro portato a termine anche grazie alla competenza di Lorenzo Laddaga, erpetologo che ha condotto molte indagini nel territorio del Parco e ha curato l’Atlante degli anfibi e rettili del Parco Nazionale Val Grande.
Tessaro ha voluto dare un tocco significativo alle riprese posizionando le camere allo stesso livello dei serpenti per  aiutare a trasmettere fiducia e a far saltare rapporti e gerarchie tra uomo e animali. Ha pure voluto sottolineare l’importanza fondamentale di questi animali per l’ecosistema, in quanto i serpenti sono strettamente connessi con l’ambiente che li ospita. Non meno importante l’approccio antropologico:  l’autore ha infatti cercato di capire quanto i serpenti fossero radicati nel vissuto delle comunità della Val Grande e ha potuto così scoprire che l’attuale percezione negativa dei serpenti è molto lontana dal rapporto che l’uomo aveva con essi secoli addietro, quando i serpenti erano considerati simboli di fertilità e rigenerazione.  Da qui la necessità di iniziare una nuova epoca e di tornare a rapportarsi in maniera rispettosa con questi preziosi animali, sgombrano il campo da ogni dubbio o paura: i serpenti non sono animali nocivi, non sono animali pericolosi e ucciderli anche solo perché confusi con una vipera (che tra l’altro è anch’essa innocua se non provocata) è una mancanza totale di consapevolezza.

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata.