SI RIAFFACCIA L’IPOTESI OSPEDALE UNICO E SI RIACCENDONO LE POLEMICHE

SI RIAFFACCIA L’IPOTESI OSPEDALE UNICO E SI RIACCENDONO LE POLEMICHE

Voci per il momento non ufficiali riferiscono della eventualità che la Regione Piemonte stia per affacciare l’ipotesi di realizzare un ospedale unico in una zona baricentrica della Provincia tra Ornavasso e Gravellona con conseguente riconversione ad altri impieghi in ambito sanitario degli attuali ospedali.  Sarebbe un clamoroso ritorno al progetto formulato dieci anni or sono dall’allora amministrazione di centrodestra e avversato dalle opposizioni.  Naturalmente un simile disegno pone sotto una luce del tutto nuova la prevista e discussa scelta a proposito del Dea da mantenere, che verrebbe ad assumere solo carattere provvisorio nella prospettiva del nuovo assetto.  Mancano come abbiamo detto dichiarazioni ufficiali, ma le voce bastano e avanzano per suscitare sul territorio le prime reazioni  polemiche da parte di partiti e di comitati in tutto il territorio. Ve ne offriamo un primo assaggio con i due seguenti comunicati che abbiamo ricevuto.

Leggiamo di un ragionamento che la regione Piemonte starebbe articolando per ovviare alla decisione su quale dei due Dea chiudere: un nuovo ospedale unico tra Ornavasso e Gravellona e la riconversione degli ospedali San Biagio e Castelli al servizio della medicina territorialeSembra di rivedere una pellicola del 2003-2004. Solo a parti invertite. Allora era il centrodestra che, al governo della regione Piemonte, aveva ipotizzato questo progetto, prevedendo anche un importante accantonamento di risorse nel piano per l’edilizia sanitaria regionale. Mentre la sinistra, strappandosi le vesti, orchestrava i comitati referendari contro il progetto dell’ospedale unico, comitati che servirono a Verbania, con il referendum del 2003, a costruire ad esempio la campagna a sindaco per Zanotti (che presiederà il comitato) nel 2004. Ora non sappiamo se questa ipotesi verra’ confermata: in dieci anni e’ cambiato il mondo e le stesse risorse allora accantonate furono destinate, dopo l’esito dei referendum locali contro l’ospedale unico, a favore di altri territori che costruirono strutture analoghe (ospedale di Alba e Bra). Temiamo che dieci anni fa si sia persa una storica opportunita’. Non ci stupisce tuttavia che la sinistra come al solito arrivi con anni di ritardo a comprendere le ragioni che allora furono alla base di quel progetto. Ne’ ci stupisce che sia la stessa sinistra di allora pronta a recitare piu’ ruoli nella medesima commedia. Pero’ decenza vuole se questo progetto dovesse avere un seguito – e ne dubitiamo – che si faccia almeno “mea culpa” per gli errori del passato. Nel rispetto dei cittadini, degli elettori e degli utenti dei servizi sanitari.

FORZA ITALIA – Coordinamento provinciale Vco

Chiamparino, Reschigna e Saitta non smettono di stupirci negativamente e l’ultima trovata è quella dell’ospedale unico per il VCO.
Si sono resi conto che non è stato sufficiente blindare l’ASL vco con una dirigenza catapultata da fuori, aver loro dato l’ordine di discutere solo di medicina territoriale, aver mancato alla parola data di attenersi alle decisioni della rappresentanza dei sindaci, unico organo previsto dalla legge che si è tentato di delegittimare, di aver avuto il via libera, al di la delle chiacchiere, dei sindaci in gran parte proni al pensiero unico dominante e, magari pronti a saltare in soccorso dei presunti vincitori, come sosteneva il mordace Ennio Flaiano e allora ci promettono che l’asino volerà.
Vero che siamo nella provincia che comprende una parte del Cusio, “patria” del grandissimo scrittore e poeta per l’infanzia, Gianni Rodari il quale scrisse, tra i suoi tanti racconti, L’Asino Volante. Solo che nella fiaba l’asino fu fatto volare davvero anche se con l’elicottero per salvarlo da un’alluvione, mentre la Regione Piemonte non farà volare niente se non chiacchiere per perdere tempo, magari far litigare per dove collocare questo nuovo ospedale.
La verità è che si sono resi conto che in gran parte, il popolo è contrario a cancellare uno qualsiasi dei due DEA in una realtà complessa per la quale si tenta, seppure con notevoli contraddizioni, di riconoscerne l’autonomia per la sua specificità.
Le elezioni amministrative sono oramai alle porte e si teme una sonora legnata.
Riteniamo che il nostro contributo a tenere sveglia l’attenzione su tale tema ce lo possiamo riconoscere senza alcuna difficoltà e su questo tasto continueremo, confermando che siamo ancora per l’ospedale plurisede con i DEA articolato come oggi e con qualche ulteriore razionalizzazione dei servizi. Sui tagli auspichiamo almeno il 5o% dei tagli sul numero dei dirigenti apicali accorpando le funzioni.
Sull’ospedale unico rispondiamo accademicamente in astratto perchè non pensiamo che sia una proposta seria. Facciamo presente che in passato sono stati spesi molti soldini per studi di fattibilità e per analisi delle possibili aree che potevano interessare e che sarebbe importante mettere a disposizioni in quante alcune, come quella di Gravellona ed altre che non rammentiamo, erano sconsigliate se non vietate.
Piuttosto che discutere di un evento poco credibile e che si e no potrebbe essere realizzato in un paio di lustri se tutto andasse bene, perchè si tace sull’attuale assetto della sanità nel VCO. Come abbiamo sostenuto nel recente passato, senza mai essere smentiti o avere una risposta, per quanto riguarda i posti letto ospedalieri, escluso Omegna che è misto, siamo al 68% da parte dei privati convenzionati e al 32 % per il pubblico. L’Ossola nonostante il 70% del territorio e il 40% della popolazione da cui è stato sottratto Mergozzo per far avanzare Verbania, ha solo il 15%.
Alleghiamo i soliti grafici a torta con i numeri, in attesa che la dirigenza ASL vco ci fornisca i dati in loro possesso, ma ci crediamo pochissimo, anzi niente.

BERNARDINO GALLO – Presidente gruppo FB SOS Ossola già presidente USSL 56 Ossola

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