Crescono le polemiche sull’annullamento di due concerti della programmazione estiva del teatro Il Maggiore, uno dei quali dedicato ai giovani. A suscitare particolare disappunto è il fatto che, mentre le prenotazioni degli spettacoli suddetti sono interrotte, essi continuano ad essere pubblicizzati sul web e sull’accaduto
non si registra nessun intervento o spiegazione ne’ da parte dell’amministrazione ne’ da parte della direzione artistica del teatro. Un annullamento in sordina, insomma, sul quale non mancano naturalmente anche le reazioni politiche. E dopo l’intervento, già pubblicato, del capogruppo in consiglio comunale Riccardo Brezza, ecco giungere una interpellanza di Forza Italia firmata dalla capogruppo Mirella Cristina e dal consigliere Samuele D’Alessandro per conoscere le intenzioni di programmazione per l’estate in corso e anche per l’imminente stagione autunnale: Non solo resta al palo la sbandierata area esterna per i giovani – dicono gli Azzurri – , ma si cancella anche il concerto a loro dedicato. Tutto senza alcuna comunicazione, come è ormai nello stile di questa amministrazione che conferma la propria incapacità. Ci piacerebbe sapere quali sono i problemi tecnici che hanno portato all’annullamento di ben due spettacoli. Se il Maggiore doveva essere uno dei motori della cultura e dell’intrattenimento a Verbania, il motore al momento è decisamente guasto.
NELLE FOTO la presentazione della stagione estiva de Il Maggiore e il manifesto del Festival Estivo


quante cose inutili, invece di pensare alle cose concrete di tutti i giorni e a cosa serve davvero alla gente, i nostri amministratori pensano solo alle stupidaggini del teatro, delle feste delle serate: vergognoso e diseducativo!!!
È ora di affrontare una scomoda verità: a Verbania, la cultura non può essere solo un vezzo. Deve diventare un motore economico decisivo, capace di generare valore, occupazione e un indotto turistico che oggi ci sfugge.
La cruda realtà degli eventi a Verbania è la capienza insufficiente che si scontra con L’insostenibilità economica che come constatiamo impone spettacoli di terza categoria.
Dimentichiamo le favole, un investimento culturale, pubblico o privato che sia, deve superare un esame impietoso. Non basta la buona volontà, servono numeri: rapporto costo/beneficio, scalabilità e una capacità di attrarre un pubblico talmente vasto da coprire i costi e generare profitto. Nel caso pubblico, un ritorno sociale ed economico tangibile.
E qui casca Verbania. La nostra arena del centro eventi “Il Maggiore” ha una capienza massima ridicola: circa 2.000 posti. Questo è il motivo che ci impedisce di ospitare artisti di calibro internazionale, quelli che fanno la fortuna di città come Locarno con il suo “Moon&Stars” in Piazza Grande.
Gli artisti mondiali non si muovono per beneficenza. I loro cachet sono stellari, spesso centinaia di migliaia di euro per una singola performance. Questi costi sono un macigno, indipendenti dal numero di biglietti venduti.
Prendiamo un esempio lapidario: un artista che chiede 200.000 euro. Con soli 2.000 posti, il costo del suo ingaggio si traduce in 100 euro a biglietto solo per l’artista. Aggiungiamo produzione (palco, audio, luci, personale), sicurezza, marketing, SIAE, gestione della location, utenze… Realisticamente, il prezzo del biglietto schizzerebbe oltre i 150-200 euro. Un costo insostenibile per la stragrande maggioranza delle persone, capace di attrarre solo nicchie minuscole e dedicate, condannando l’evento a un flop annunciato.
Osserviamo Locarno, non con invidia, ma come esempio paradigmatico. Piazza Grande vanta circa 6.500 posti. Con una capienza tripla, quello stesso cachet da 200.000 euro si traduce in circa 30 euro per biglietto solo per l’artista. Questo permette di mantenere il prezzo finale in una fascia accessibile (40-70 euro), rendendo l’evento economicamente sostenibile e attraente per le masse. L’Opening Night di Moon&Stars 20, con i suoi 6.500 visitatori, è la prova provata di come la capienza sia la chiave della valorizzazione.
Meno visitatori significa un indotto economico marginale. Meno pernottamenti, meno consumi in ristoranti e negozi, meno trasporti e servizi correlati. L’impatto economico su Verbania, nonostante gli sforzi e gli investimenti, rimane purtroppo irrilevante rispetto alle aspettative di un grande evento. Stiamo buttando denaro in un pozzo senza fondo.
La soluzione è una sola ed è drammatica. Serve una nuova visione spaziale
Basta con le mezze misure e i palliativi polifunzionali che creano solo danni e spreco di risorse.
Per uscire da questa palude, Verbania deve affrontare una riprogettazione radicale del suo spazio eventi. Piazza Fratelli Bandiera/Piazza del Mercato di Intra e Piazza Ranzoni: sono soluzioni patetiche, non degne di una città che ambisce a una visione internazionale.
L’unica speranza concreta risiede in Piazza Garibaldi a Pallanza. Ma non la Piazza Garibaldi attuale, frammentata e inadatta. Non è una “piazza” nel senso tradizionale, ma uno “slargo” costellato di ostacoli storici che ne impediscono la fruibilità per grandi assembramenti. Dislivelli con il lungolago, elementi storici, interruzioni: tutto concorre a ridurne drasticamente la capacità effettiva.
Per raggiungere i 6.000-7.000 posti necessari a rendere sostenibili eventi di caratura internazionale, Piazza Garibaldi deve subire una trasformazione chirurgica. Non si tratta di “liberare” lo spazio, ma di “riprogettarlo” da zero. Deve diventare un anfiteatro naturale o una piana aperta, priva di ostacoli visivi e fisici, con accessi e uscite di sicurezza adeguati, infrastrutture per palchi massivi, torri audio/video, aree per servizi igienici, punti ristoro e, soprattutto, vie di fuga e gestione delle emergenze impeccabili.
Vivere nell’illusione che l’attuale Piazza Garibaldi o l’arena de “Il Maggiore” possano ospitare eventi di ampio richiamo come Moon&Stars o il festival del cinema è dannoso, irresponsabile e controproducente. La realtà economica non ammette sconti.
Senza una capienza adeguata, i costi di ingaggio degli artisti rendono i prezzi dei biglietti un muro insormontabile. Questo non solo allontana il pubblico, ma condanna l’evento a un fallimento economico, scaricando il peso delle perdite sull’amministrazione pubblica.
La mancanza di un luogo idoneo significa che Verbania non può attrarre eventi capaci di generare un indotto significativo per il turismo, l’ospitalità e il commercio locale. Locarno, con Moon&Stars e il Pardo, dimostra che un investimento spaziale e organizzativo ben pianificato si traduce in un beneficio economico tangibile per l’intera regione.
“Il Maggiore” con i suoi soli 560 posti è fortemente insufficiente per eventi teatrali, convegni e concerti di nicchia. La disposizione delle due platee è un’ulteriore zavorra. L’arena è completamente inadatta ai grandi show da migliaia di spettatori.
La prima azione politica deve essere l’ammissione inequivocabile che, nelle condizioni attuali, ospitare eventi musicali di calibro internazionale con sostenibilità economica è oggettivamente impossibile per Verbania.
Se Verbania aspira a diventare un polo di attrazione per grandi eventi musicali, è imperativo un investimento mirato nella riqualificazione urbana. La riprogettazione di Piazza Garibaldi come “arena naturale” o “piazza degli eventi” deve diventare la priorità assoluta.
Ciò richiede una decisione politica coraggiosa e una progettazione tecnica dettagliata che valuti la fattibilità di una piazza da 6.000-7.000 posti, inclusi accessi, vie di fuga, infrastrutture sottostanti, e l’impatto sul traffico e sui parcheggi (la cui carenza è un problema noto).
Un progetto di tale portata deve essere condiviso con la cittadinanza, gli operatori economici e, soprattutto, con la Soprintendenza, per delocalizzare e valorizzare gli elementi storici presenti, evidenziando i benefici a lungo termine che ne deriveranno.
È fondamentale analizzare in dettaglio il modello organizzativo ed economico di “Moon&Stars” e del Pardo. Non si tratta solo della capienza, ma anche della capacità logistica, della gestione dei flussi di persone, dei servizi offerti e della strategia di marketing che rende l’evento attrattivo a livello internazionale.
Per “Il Maggiore”, l’unica scelta realistica è la specializzazione. Con soli 560 posti, deve concentrarsi su spettacoli minori, convegni e concerti di nicchia, con budget limitati e artisti il cui cachet si aggira intorno ai 40-50.000 euro, evitando forzature economicamente insostenibili che ci hanno portato fin qui, a finanziare “i sassi” con contributo della regione e del comune alla fondazione.
La “terapia d’urto” è smettere di rincorrere l’illusione di grandi eventi in spazi inadeguati e insufficienti. La via per Verbania, se vuole competere con realtà come Locarno, passa attraverso una visione chiara, una pianificazione rigorosa e un investimento strategico e senza compromessi nella trasformazione di Piazza Garibaldi. Solo così si potrà creare un’infrastruttura capace di sostenere economicamente e logisticamente eventi di richiamo, trasformando un sogno in una solida e remunerativa realtà per il futuro di Verbania.
Buongiorno. Tutto molto dettagliato ma credo che Verbania non abbia bisogno di snaturarsi più di tanto. Locarno o Lugano non sono Verbania. A ciascuno il suo. Altrimenti rischiamo di affondare non riuscendo a stare dietro alle persone che vengono qui e già sono pure troppe per i miei gusti. Per quanto riguarda le polemiche, sono solo baggianate propagandistiche dei perdenti. A tirare fuori tutto quello che di brutto hanno combinato in passato ci vorrebbe un’enciclopedia.
Anche sul sito del Comune di Verbania è presente il libretto promozionale Summer Vibes dove si pubblicizzano questi eventi che non ci saranno. Potevano almeno avere la decenza di modificare la pagina….