
Il ponte di via San Giovanni Bosco dal 2020 non è a norma con le regole di sicurezza. A lanciare l’allarme è il presidente del Quartiere Verbania Est, Ettore Francioli. Ad agosto – dichiara – ho effettuato un sopralluogo sul greto del torrente San Giovanni, sulla sponda di competenza del mio quartiere Verbania Est, per verificare il degrado del verde e la mancata pulizia dagli infestanti e ho notato le non buone condizioni generali del viadotto. Preoccupato, ricordandomi che nel 2019 il Comune di Verbania ha affidato a uno studio di ingegneria una verifica di sicurezza, ho chiesto agli uffici la relazione che, ricevuta la scorsa settimana, mi ha allarmato. In un documento di 96 pagine firmato dall’ingegner Fabio Torri, si afferma che il ponte che collega Intra con la collina (Zoverallo, Arizzano, Vignone, Bee e Premeno), non rispetta le NTC – Norme Tecniche per la Costruzione – che sono entrate in vigore dall’anno 2018. In particolare “non garantisce sufficienti prestazioni sia nei confronti dei carichi verticali, sia nei confronti dell’azione sismica”.
Nelle conclusioni il professionista scrive testualmente: La struttura è in grado di sopportare il 30% delle azioni da traffico e il 25% del sisma di progetto. Poiché la massa limite di un mezzo pesante è 44 tonnellate (esclusi mezzi da carico di cava e autobetoniere), si stima che il traffico veicolare consentito debba limitarsi a mezzi da 12 tonnellate. Tale condizione presume che sia stato svolto l’intervento locale necessario sulle travi ad arco. L’impalcato modificato rispetto alla struttura originaria, insieme alle sezioni delle travi ad arco, sarebbero insomma le parti del ponte che hanno maggiori criticità, mentre pile e fondazioni sono in ordine e rispettano i valori delle norme costruttive di sicurezza. Francioli aggiunge di essere stupito e preoccupato perchè la relazione non è mai stata divulgata, non solo all’opinione pubblica, ma nemmeno ai Quartieri e perchè è stata ignorata non essendo stato preso nessun provvedimento di limitazione del traffico dalla Polizia Municipale, mentre i lavori di manutenzione straordinaria sono stati messi a bilancio solo nel 2026. Anche se non esiste un pericolo imminente di crollo, certi rischi vanno tassativamente ridotti. Il presidente del Quartiere ha trasmesso la relazione, con una nota d’accompagnamento, al Prefetto e alla Procuratrice della Repubblica per informarli della situazione. Una serie di richieste viene inoltrata anche all’Amministrazione Comunale, che ha già annunciato la sua risposta in merito.
Nelle conclusioni il professionista scrive testualmente: La struttura è in grado di sopportare il 30% delle azioni da traffico e il 25% del sisma di progetto. Poiché la massa limite di un mezzo pesante è 44 tonnellate (esclusi mezzi da carico di cava e autobetoniere), si stima che il traffico veicolare consentito debba limitarsi a mezzi da 12 tonnellate. Tale condizione presume che sia stato svolto l’intervento locale necessario sulle travi ad arco. L’impalcato modificato rispetto alla struttura originaria, insieme alle sezioni delle travi ad arco, sarebbero insomma le parti del ponte che hanno maggiori criticità, mentre pile e fondazioni sono in ordine e rispettano i valori delle norme costruttive di sicurezza. Francioli aggiunge di essere stupito e preoccupato perchè la relazione non è mai stata divulgata, non solo all’opinione pubblica, ma nemmeno ai Quartieri e perchè è stata ignorata non essendo stato preso nessun provvedimento di limitazione del traffico dalla Polizia Municipale, mentre i lavori di manutenzione straordinaria sono stati messi a bilancio solo nel 2026. Anche se non esiste un pericolo imminente di crollo, certi rischi vanno tassativamente ridotti. Il presidente del Quartiere ha trasmesso la relazione, con una nota d’accompagnamento, al Prefetto e alla Procuratrice della Repubblica per informarli della situazione. Una serie di richieste viene inoltrata anche all’Amministrazione Comunale, che ha già annunciato la sua risposta in merito.
NELLE FOTO il ponte di via San Giovanni Bosco

