
Condividiamo un ricordo con l’Anpi Verbania: 5 aprile , solitamente questo era il giorno del ricordo dedicato a Beniamino Cobianchi, giorno della sua uccisione nel ’45, e a tutti i Partigiani caduti sul territorio della nostra zona tra Suna Cavandone e il Monte Rosso. In particolare: Salvatore Grillo, siciliano, caduto all’Acquetta; Beniamino Cobianchi in via Partigiani e al cimitero di Cavandone; Teresa Binda e Felice Volpone ‘Toro’, in via Partigiani. La pandemia ci impedisce di effettuare l’escursione ma il nostro riconoscente affetto rimane sempre vivo.

Inutili le preghiere dei genitori per dissuaderlo; inutili anche gli argomenti usati, allo stesso scopo, dai dirigenti del CLN verbanese, ai quali il ragazzino si era rivolto.
Ma quando si decide l’assalto ad una caserma della GNR, la presenza di un infiltrato nel fortilizio può facilitare l’azione e si accetta la disponibilità del ragazzino.
Beniamino chiede ai fascisti di essere arruolato e così la sera dell’assalto della caserma di guardia alla caserma di Intra c’è un bambino in divisa della GNR.
Fiero del successo dell’impresa, Beniamino Cobianchi, smessa l’odiata uniforme, cerca di rientrare ad Intra dai genitori, per raccontare che era diventato, loro malgrado, un vero partigiano.
Ma qualcosa va storto: il ragazzino viene catturato a Cavandone dai brigatisti neri della Ravenna. Sottoposto a brutale interrogatorio, non parla.
È ormai quasi in fin di vita, quando viene trascinato presso la cinta del piccolo cimitero di Cavandone e passato per le armi. Ottanta fori di proiettile vengono trovati nel corpo del partigiano quattordicenne, che poche ore dopo il ritrovamento, era ricoperto di fiori di campo, portati dai compagni di scuola.
Oggi, sul lato esterno destro del cimitero di Cavandone, una lapide ricorda il sacrificio del ragazzino. Un’altra lapide, con una piccola foto, ne tramanda la memoria a Suna, in via dei Partigiani.
