UNA LETTERA DI DON EGIDIO BORELLA IN OCCASIONE DEL 40° ANNIVERSARIO DI ORDINAZIONE SACERDOTALE

UNA LETTERA DI DON EGIDIO BORELLA IN OCCASIONE DEL 40°  ANNIVERSARIO DI ORDINAZIONE SACERDOTALE

Don Egidio Borella, per 33 anni parroco a Verbania dove è tuttora vivissimo il suo ricordo ed è stato insignito della Benemerenza Città di Verbania dal consiglio comunale,  da Cerano ove attualmente svolge il proprio ministero affida ad una lettera pensieri e riflessioni  per il suo 40° anniversario di Ordinazione sacerdotale (16.10.1982 -16.10.2022). Eccone di sdseguito il testo integrale, dove naturalmente non mancano riferimenti al lungo periodo trascorso a Verbania.

Carissimi parrocchiani ed amici,
mi faccio presente a voi in questo anniversario, per me bellissimo, ricco di ricordi e impregnato di tanta riconoscenza al Signore, che mi ha chiamato a servirlo nei fratelli e, di conseguenza, zeppo di volti e nomi che, hanno sostenuto il mio cammino e mi hanno aiutato a fare maturare in me, una sempre più spiccata consapevolezza di essere un padre e pastore delle comunità che mi hanno accolto e, con tutti i miei limiti ho servito con passione ed amore disinteressato per tutti questi 40 anni di ministero.
E’ bello festeggiare questo anniversario nella parrocchia e tra le persone che hanno visto i miei primi passi, incerti ma ricchi di entusiasmo e passione senza riserve. E’ qui dove ho compreso ed, in seguito, ho maturato la certezza che “un prete cresce con la sua gente e la gente cresce con il suo prete” in quanto in quei primi quattro anni di ministero mi sono sentito molto amato ed ho amato senza risparmiarmi, ogni momento.                                                                                                                                  E’ certamente vero che la mia maturazione definitiva è avvenuta nei 33 anni trascorsi e vissuti a Verbania ed in modo particolare nel quartiere di S. Anna che è stata una palestra umana e spirituale che mi ha fatto maturare come uomo ed, insieme, come prete. In quel contesto culturale, sociale e pastorale con Madonna di Campagna e Cavandone, il prete è stimato prima come uomo e poi come prete… questo mi ha stimolato molto e mi ha permesso di imparare che nell’umanità condivisa si riesce ad annunciare il Vangelo in modo credibile e vero. Non mi soffermo a ricordare momenti e persone che terrò sempre nel cuore e verso i quali proverò sempre una grande riconoscenza, perché mi hanno fatto crescere in tutti gli aspetti della mia vita, anche attraverso la sofferenza ed i fallimenti che ogni prete porta nella sua storia personale.
Ora entro nell’ultima fase della mia vita di prete con tanta serenità ma, anche, con una passione immutata per le persone
e per il Vangelo, in un contesto personale di maggiore maturità e, spero, saggezza, che voglio offrire a tutti a piene mani e
con cuore ricco d’amore.
Durante i miei 5 giorni di riposo e di ritiro nel mese di agosto di quest’anno presso i frati francescani del Convento del monte Mesma, sopra Gozzano, un luogo a me molto caro, dove ogni anno mi ritempro e rilancio il mio ministero, ho avuto del tempo per far passare questi 40 anni e trovare le linee spirituali che mi hanno aiutato a vivere e far crescere uno “mio stile di essere prete” che, ancora oggi, mi entusiasma e che tutti, standomi vicino, possono riconoscere.
Provo brevemente a raccontarmi davanti a voi e, soprattutto, davanti al “Signore della mia vita”. Un primo aspetto che ritrovo nel mio stile di essere prete e certamente l’OSPITALITA’… non solo perché la mia casa è sempre aperta per tutti ed ho ospitato a casa, con me, a Verbania per 10 anni più di 7 persone bisognose ma, soprattutto, perché mi sono fatto un’abitudine spirituale ad essere capace di empatia con tutti ed un interesse vivo per un confronto positivo con la storia e la cultura in cui sono chiamato a vivere. Questa sensibilità l’ho assaporata in famiglia con l’idea della “CA GRANDA” è l’ho sperimentata frequentando decine di Rifugi in montagna, per tutto l’arco alpino in compagnia di carissimi amici. La cosa che mi dà più soddisfazione e che sogno di costruire una “comunità ospitale”, con solo il Vangelo nel cuore.    Un secondo aspetto è la PASSIONE per il Vangelo e per la Parola di Dio…ho scoperto tardi la bellezza e “il sapore” della Parola letta, studiata, meditata e pregata ed, oggi, posso dire di vivere sempre più per il Vangelo e la Parola che ogni giorno nutre la mia vita. Anche in questo contesto mi piace condividere questa passione con le persone che desiderano fare un tratto di strada insieme con me in fraternità. Un terzo aspetto è il desiderio di CONFRONTO e l’AMICIZIA tra preti e con la gente che incontro… ovvero, pur apprezzando il silenzio e la solitudine, come mia madre Zellia, mi sento di essere un uomo profondamente socievole che ama il contesto di amicizia e desidera spendersi per gli amici. In questo ho assimilato lo stile di mio papà Giovanni. Un quarto aspetto è il desiderio di APPROFONDIRE con lo studio i risvolti culturali e pastorali del tempo in cui vivo… Credo fermamente che per un prete, oggi, sia necessario che metta, come priorità, lo studio e la dimensione culturale per capire il contesto in cui vive e con lui vive la comunità che vuole servire.                                                Tutti questi aspetti sono sostenuti ed alimentati dalla preghiera e dalla “memoria viva” di persone che tengo nel cuore gelosamente, a partire dai miei genitori Zellia e Giovanni, i miei nonni, soprattutto la nonna Rosina, gli zii, fino a tutti i miei amici fraterni con i quali ho condiviso un tratto di strada e a tutte quelle persone che in modo diverso mi hanno indicato la via e mi hanno accompagnato per un pezzo di strada ogni giorno con amore e pazienza.ancora casa” nel cuore degli uomini e delle donne di oggi.                                                                                                                                                                                             Tutti avete notato che ho sempre il sorriso sulle labbra, non perché ho una malformazione facciale ma, in quanto, per grazia di Dio, riesco sempre a leggere la vita con ottimismo e serenità, pur avendo passato e superato, in modo positivo, momenti di
grande fatica con l’aiuto di Dio e l’amicizia di tanta gente, nella certezza che tutto dipenda da Dio ma, anche, che Dio chiede
la mia collaborazione generosa ogni giorno.  Per questo motivo sono molto sereno ripensando a questi 40 anni ed a tutti i legami d’amore belli e profondi che tengo nel cuore.
Un Grazie riconoscente a Dio che mi ha accompagnato e mi accompagna con la presenza e l’amore tanti fratelli e sorelle ogni giorno ed in ogni luogo in cui sono chiamato a vivere ed a testimoniare la gioia del Vangelo.
Un abbraccio riconoscente a ciascuno ed a tutti. Con affetto don Egidio.

 

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