
Presentata nei giorni scorsi in Municipio da Amministrazione Comunale e Verbania Garden Club che ne sono organizzatori, arriva a Villa Giulia sul lungolago di Pallanza sabato 29 e domenica 30 marzo 2025 con orario 10,30 – 18,30 la 57a Mostra della Camelia. Inaugurazione il 29 marzo alle ore 10, ingresso gratuito. Sono esposte 200 varietà di camelie e composizioni floreali nella mostra centrale con un inedito e singolare allestimento curato da Elio Savioli. Quest’anno ulteriore motivo di attrazione è l’accostamento alla interessante ed esclusiva Esposizione degli abiti di scena di Raffaella Carrà. Ciò spiega il titolo dell’evento Carramba che camelie! Inoltre domenica 30 marzo alle ore 15:30 è in programma l’incontro Tra Swarovsky e pailletts, lo stile di una star con Giovanni Gioia e Vincenzo Mola, collezionisti di abiti di scena indossati da Raffaella Carrà, alla quale è pure dedicata una nuova vcarietà del fiore. Villa Giulia ospita poi in entrambe le giornate punto informativo e vendita di camelie, esposizione pannelli dedicati alla storia della camelia e della floricoltura sul lago Maggiore, libri su fiori e giardini di Libreria Alberti, gioielli con foglie di camelia di Ester Bijoux, manufatti artistici da legni di potature dei parchi del lago di Flavio Cometti, cioccolata rinascimentale alla camelia di Dolci Creazioni. Per tutte le visite guidate nei giardini e tour in motoscafo a numero chiuso informazioni e prenotazione obbligatoria ai numeri 0323 503249 – 542250. Ecco di seguito i programmi dettagliati delle varie iniziative:
Leggo qui di un fiorire di iniziative attorno alla camelia, un tripudio di colori e di visite guidate. Nobile, certo, ammirevole. Ma mi sorge una domanda, guardando le date e sfogliando il programma: non siamo forse alle porte della primavera, quando il desiderio di un buon tè caldo si fa ancora sentire, quasi un ultimo abbraccio prima della stagione del caldo afoso?
E allora, mi chiedo, come mai in questo bel contesto di camelie ornamentali e di visite a giardini incantevoli, non si è pensato di dare un piccolo, ma significativo spazio anche alla sua parente stretta, quella Camellia sinensis che dalle sue foglie ci regala infusi preziosi?
Non tanto per fare pubblicità a Premosello, dove c’è un floricoltore che con passione e, a quanto pare, con ottimi risultati, coltiva proprio la pianta del tè. È una nuova eccellenza locale, “Made in VCO”, che emerge in una provincia dalle grandi e lontane tradizioni.
Altra eccellenza sono gli studenti dell’istituto alberghiero Maggia. Studenti che si preparano all’arte dell’accoglienza, del servizio e della preparazione di cibi e bevande. Non sarebbe stato naturale, quasi un atto dovuto, coinvolgere questi giovani talenti in un’iniziativa che celebrasse il tè in tutte le sue forme?
Studenti già capaci professionalmente nell’elaborare e preparare infusi, e perché non invitare un Maestro del Tè che predisponga la sacra cerimonia rituale?
Sempre loro, gli studenti del Maggia, sfornerebbero deliziosi biscotti e pasticcini della tradizione da accompagnare ai tè. Un modo per loro di mettersi alla prova, di mostrare la loro bravura, e per i visitatori di godere appieno di un’esperienza legata al tè.
Certo, le visite guidate ai giardini sono un piacere per gli occhi e per lo spirito. Ma non si poteva forse affiancare a questa offerta culturale anche un momento dedicato al gusto, al rito conviviale del tè? Un piccolo stand, magari sotto il gazebo di Villa Taranto, dove si potesse degustare il tè verde “Made in Italy” di Premosello, magari accompagnato da qualche prelibatezza preparata dagli studenti del Maggia?
Ecco, forse mi sbaglio, forse sono io che vedo connessioni dove non ce ne sono o forse che gli altri semplicemente non vedono. Ma mi pareva questa un’occasione per dare a questa manifestazione un sapore ancora più completo, unendo la bellezza dei fiori con la cultura e la fragranza del tè e la vivacità dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro.
Ma in fondo, si sa, organizzare è un mestiere complicato. Meglio il format itinerante dei vestiti della Carrà, sicuramente più popolari e graditi dal grande pubblico.
Meglio evitare di trasformare un evento piacevole in qualcosa di veramente speciale come la cultura orientale del tè, con la sua storia millenaria e il suo fascino discreto. Gli artefatti della tradizione giapponese Chanoyu o cinese Gongfu Cha, gli arredi orientali e quelle stampe tanto care a Wright: quel qualcosa di culturale che è sempre mancato a Verbania e che avrebbe potuto rappresentare quel valore in più. Ma tant’è. Forse sarà per la prossima volta, Carramba permettendo.
Sono interessanti i suoi commenti, almeno per chi ha la pazienza di applicarsi per leggerli. Sono stupito dalla voglia e dalla sua applicazione nel proporli. Una domanda: ma quanto tempo dedica alla loro produzione?
Questi commenti non sono semplici elucubrazioni solitarie, ma il risultato di confronti stimolanti, nati magari davanti a un caffè con altri colleghi. L’obiettivo è trasformarli in strategie concrete. Strategie per plasmare i nostri territori e l’ambiente, per definire uno sviluppo che onori il futuro dei nostri figli. Alcune di queste riflessioni, più strutturate, prendono persino la forma di tesi. Ad aprile PoliMI Gravellona Toce in rosa con il progetto del parco fluviale Strona bosco di ciliegi per i Sakura Festival, la riqualificazione sportiva dell’Isolone con la delocalizzazione delle cupole e l’Idea Store dietro casa Bossi.