
In tema di riaperture nel periodo natalizio si sta aprendo un ampio dibattito che riguarda non solo attività commerciali, bar e ristoranti, ma anche impianti e strutture del comparto turistico, con svariate prese di posizione. Alle voci di coloro che raccomandano massima attenzione per il settore si aggiunge oggi il comitato costituente di Voce Libera Vco con il seguente comunicato:
Crediamo che un tema di assoluta priorità sia costituito dalla tutela del comparto sciistico e dalle prospettive di riapertura degli impianti. Il Piemonte vanta eccellenze nel campo sciistico (pensiamo al comprensorio della Via Lattea) ma anche il Vco con l’Alpe Lusentino, le piste di Domo Bianca, la Val Formazza, la Valle Vigezzo, Macugnagna e la Valle Anzasca, il Mottarone e Pian di Sole, esprime realtà che sono meta assidua dei nostri sciatori. Il comparto sciistico ha già subito, per effetto della prima ondata del Covid-19, un grave colpo, solo parzialmente attenuato dal fatto che le chiusure in allora sono intervenute ai primi di marzo. Oggi, viceversa, non far partire il comparto sciistico significa assestare un colpo mortale al turismo invernale. Riteniamo che in condizioni di massima sicurezza, agevolate tra l’altro dalle caratteristiche dello sci come tipico sport individuale, vi siano tutti i presupposti perché impianti sciistici e rifugi possano aprire. Si regolino gli accessi agli impianti, si introducano contingentamenti negli ingressi ai rifugi ed ai locali posti sulle piste di montagna, ma si permetta allo sci di avviare l’imminente stagione invernale ed agli operatori del settore di lavorare e di respirare. Ogni chiusura sarebbe un colpo mortale ad una parte fondamentale della nostra economia.
Da Roberto Colombero, presidente di Uncem Piemonte, la raccomandazione di prestare attenzione a tutta la montagna: Ho letto con molta attenzione le tante dichiarazioni delle scorse ore di politici e imprese, datoriali e associazioni, rispetto alla richiesta di aprire gli impianti sciistici al più presto. Non voglio entrare nel merito di scelte che hanno alla base delle questioni sanitarie che sono sempre e comunque prioritarie. Ma voglio invece ricordare che la montagna non è solo sci. Alcuni osservatori oggi sui giornali lo fanno rilevare. Sci di fondo, sci alpinismo, ciaspole, camminate, altri sport outdoor sui quali sempre di più le valli, con Comuni e Unioni montane, stanno puntando, investendo risorse in progetti per incoming e per agevolare questo turismo dolce che muove sempre più indotto e risorse. Anche fuori dall’Italia, ma in particolare su Alpi e Appennini. Dobbiamo ricordarcelo. Qualcuno l’ha chiamata ‘l’altra montagna’. Credo però che la Montagna sia una, con tutte le sue opportunità, vocazioni, scelte. Che vanno rispettate e incoraggiate. Ma nessuna va dimenticata e messa in un angolo. Sci, certo. Ma non solo. Permettere sci di fondo, sci alpinismo, ciaspole, camminate, outdoor in genere è altrettanto importante. Naturalmente, rispettando le norme sanitarie e le decisioni del Comitato tecnico scientifico d’intesa con il Governo, le Regioni, gli Enti locali.