ZACCHERA: “PER IL REFERENDUM SULLA FUSIONE VERBANIA – COSSOGNO NON RECARSI ALLE URNE”

ZACCHERA: “PER IL REFERENDUM SULLA FUSIONE VERBANIA – COSSOGNO NON RECARSI ALLE URNE”

Sul prossimo referendum per la fusione tra Verbania e Cossogno riceviamo il seguente comunicato dall’ex sindaco Marco Zacchera:

E’ stato indetto per il mese prossimo un REFERENDUM per la fusione tra il comune di  VERBANIA e quello di COSSOGNO, una scelta che personalmente non condivido e per la quale consiglio di non recarsi alle urne.

Credo nella necessità di FONDERE i COMUNI – e lo sostenevo già quando ero sindaco ed avevo già iniziato una serie di contatti  – e quindi che Verbania vada ad assorbire alcuni piccoli paesi dell’entroterra è un passo storicamente logico, economicamente e amministrativamente conseguente, finanziariamente positivo.

Ma ci vuole appunto una logica strategica, non inventarsi una “fusione a freddo” tra due territori che hanno così poco in comune e che servirebbe soprattutto per sistemare i conti (e i pasticci) del comune di Cossogno, dove – guarda caso – era sindaco Silvia Marchionini, l’attuale sindaco di Verbania.

Interessante che a volere la fusione siano la Marchionini (PD), il sindaco di Cossogno Camossi (PD), l’assessore regionale Reschigna (PD), l’on.le Borghi (PD), il presidente del VCO Costa (PD) e pochi altri.

Se unione deve esserci allora – contemporaneamente – va unito anche il comune di SAN BERNARDINO VERBANO (ovvero Bieno, Santino e Rovegro) , incuneato come territorio proprio tra Cossogno e Verbania e che NON E’ STATO MINIMAMENTE COINVOLTO in questo percorso, così come non avrebbe in prospettiva molto senso mantenere i comuni di VIGNONE E ARIZZANO che interamente gravitano su Verbania..

So benissimo che il sindaco di San Bernardino non vuole fondersi , ma servirebbe un po’ di logica (con volontà e autorevolezza del sindaco di Verbania) per superare una situazione che diventerebbe ridicola.

Esempi?  Se Cossogno fosse annesso a Verbania (670 abitanti  con 40 km. quadrati di territorio montano) per andare alla frazione di Cicogna bisognerebbe obbligatoriamente passare per un altro comune (San Bernardino, appunto) perché  è l’unica strada possibile, così come oggi la trafficatissima strada provinciale che da Fondotoce va a Intra è percorsa ogni giorno da migliaia di auto di verbanesi, ma attraversa in più punti quel comune, il che è del tutto illogico.

Aggiungiamo (e qui si capisce perché San Bernardino vuole tenersi “l’autonomia”!) che se guardate quanti case sono stati costruite appollaiate appena sopra  Fondotoce, (ma un passo al di là del confine comunale), capirete molte cose su una gestione discutibile in campo urbanistico (e la mancanza di ogni piano sovvracomunale) .

D’altronde il comune di Verbania (fonte: www.tuttitalia.it) confina con altri 5 comuni i cui centri sono tutti più vicini di quello di Cossogno: la logica allora dov’è? 

Si è detto che con questa scelta Verbania entrerebbe nel Parco della Valgrande. MA QUESTA DECISIONE E’ GIA’ STATA PRESA DA QUASI UN DECENNIO, VOTATA A VERBANIA OTTO ANNI FA: se in un quinquennio il PD che amministra TUTTO in zona (compreso il Parco!) non è stato capace di chiudere la questione, di chi è la responsabilità?

Soprattutto si è raccontato che due comuni – unendosi – avranno un vantaggio  economico ed  è vero, ma UNA VOLTA SOLA e quindi se Verbania ora si unisce con Cossogno PERDE LA POSSIBILITA’ di avere finanziamenti in futuro, quindi una operazione “fusione” va decisa e voluta in termini di programmazione secondo dei concetti logici territoriali, geografici, di collegamento, di integrazione dei servizi, non aggiungere solo una appendice territoriale avulsa dal contesto.

Oltretutto Cossogno (ma glielo avranno spiegato ai cossognesi?) è un comune montano con tanto di contributi propri che PERDERA’ se verrà assorbito da Verbania che comune montano non è.

Ma possibile che non si riesca a capirlo? Come mai allora il sindaco di Verbania (che è di Cossogno!) vuole a tutti i costi percorrere questa strada, se non per interessi diretti?

Poiché lo statuto comunale di Verbania prevede che un referendum per essere valido deve avere la partecipazione di almeno la metà degli elettori delle “politiche” la cosa più logica – per chi a Verbania non vuole l’unione – è quindi non andare votare .

Se il referendum fallirà speriamo che però poi l’Amministrazione inizi subito un lavoro serio di approccio con altri comuni intorno a Verbania per arrivare alla cosa più logica, ovvero la costituzione di una piccola “città metropolitana” assorbendo i diversi comuni dell’entroterra che – in termini di distanza e di servizi – sono assolutamente contigui al capoluogo.

Certo che in generale servirebbe uno Stato (e un Governo) serio che – con logica e buonsenso – ascolti le parti, ma poi decida direttamente sugli accorpamenti comunali, altrimenti basta la volontà di poche persone o stupidi campanilismi per decidere o bloccare aggregazioni ben più logiche che quelle legate ai presunti vantaggi politici di questo o quel partito. 

Marco Zacchera

 

 

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