Le misure contenute nel nuovo Dpcm rappresentano un colpo mortale per un settore già in gravissima crisi che vede, anche nelle nostre province, il rischio chiusura per moltissime imprese e la perdita del lavoro per centinaia di dipendenti e collaboratori: così dichiara Massimo Sartoretti, presidente Fipe Confcommercio Alto Piemonte. E aggiunge: Questo, numeri alla mano, è il risultato certo se si proseguirà sulla strada delle chiusure anticipate, invece di incrementare i controlli per punire chi non rispetta le regole. Bar, ristoranti, imprese di banqueting e catering, imprese dell’intrattenimento sono state le realtà più colpite dalla crisi economica determinata dal Covid. Ma sono state anche quelle meno supportate. Senza aiuti significativi e concreti, siamo destinati chiudere per sempre, rinunciando a uno dei fiori all’occhiello dell’offerta e a un tassello fondamentale della filiera agroalimentare italiana. Tra i nostri imprenditori c’è ancora chi deve pagare i debiti accumulati durante il lockdown di marzo e chi deve ammortizzare gli investimenti fatti per mettere il proprio locale in regola secondo il protocollo di maggio. È impensabile che si possa far fronte a una nuova riduzione dell’attività, mentre nessuno sta muovendo un dito per ridurre le spese cui i gestori dei pubblici esercizi sono tuttora costretti, dagli affitti al fisco. Se prima non si interviene in maniera decisa su queste due voci, non è possibile accettare nuove limitazioni al nostro lavoro. Fipe Confcommercio segnala che, secondo l’Istituto superiore di Sanità, il 77,6% dei contagi attualmente avviene in ambito domestico e solo il 5% può essere ricondotto al settore della somministrazione, dunque penalizzarla come si sta facendo è secondo l’associazione di categoria inconcepibile e insostenibile.