Per le antenne telefoniche l’accordo è stato obbligato. Il rischio era di non incassare nessun canone ed avere antenne su edifici/terreni privati, dunque nessuna scelta tesa a favorire le compagnie telefoniche. Con queste parole l’amministrazione comunale risponde alle critiche avanzate da alcuni gruppi di opposizione a proposito dei minori canoni ricevuti dal Comune per l’affitto di spazi comunali per le antenne di telefonia mobile. Da anni – si legge nel comunicato giunto da Palazzo di Città – le compagnie telefoniche hanno intrapreso a livello nazionale strategie comuni di diminuzione dei costi di rete, in seguito alla possibilità di condivisione dei siti nei quali installare le apparecchiature e alla possibilità di avere aree private a costi, per loro, più convenienti (il caso dell’antenna su uno stabile privato nel rione di Santo Stefano a Pallanza è sintomatico). Tra l’altro questi nuovi canoni sono già stati concordati anche negli scorsi prima che questa Amministrazione entrasse in carica. L’alternativa a non accettare la riduzione dei canoni (derivata da una lunga trattativa tra le parti e non cedendo ad una semplice imposizione) avrebbe potuto portare ad una disdetta completa da parte dei gestori di telefonia mobile di tali affitti vista la possibilità, per loro, di accedere eventualmente ad altre aree private a costi minori di quelli della parte pubblica (come appunto successo con l’antenna di Pallanza). Il tutto ovviamente nei parametri di una legge che impedisce ai Comuni di negare autorizzazioni per gli impianti di telefonia mobile su aree private se rispettano i limiti di emissione previsti (essendo definite dalla legislazione vigente urbanizzazioni primarie e quindi non negabili). E’ evidente che questa trattativa, se pur meno vantaggiosa per le casse comunali, è stata una scelta obbligata per mantenere comunque un’entrata cospicua ed evitare, nel limite del possibile, lo spostamento delle antenne su aree private con la nascita delle polemiche conseguenti (come per l’antenna a Pallanza). Quindi nessuna scelta tesa a favorire le compagnie di telefonia mobile ma una trattativa necessaria e “imposta” dalle leggi del mercato. Avremmo potuto dire di no a queste diminuzioni: molto probabilmente avremmo avuto altre antenne su case di privati e zero canoni d’affitto per il Comune.
PER LE ANTENNE TELEFONICHE UN ACCORDO OBBLIGATO
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