E’ domenica ma non c’è tregua per Vigili del Fuoco, Protezione Civile, sommozzatori (sia quelli dei VVF che del Sub Verbania) impegnati al porto turistico nel recupero di relitti e di detriti delle imbarcazioni danneggiate o finite in fondo al lago. Le cifre del disastro provocato dalla furia del vento sono eclatanti: a 70 ammontano i natanti che hanno subito danni, in gran parte irreparabili, e 22 di questi sono affondati. Non ancora compiutamente quantificabile, ma dell’ordine di alcuni milioni, l’ammontare complessivo dei danni. Le discussioni si susseguono: e se da un lato ci sono le polemiche su eventuali carenze di manutenzione straordinaria e sulle relative responsabilità, dall’altro si pensa a quello che sarà il futuro di questa struttura, ormai semidistrutta, di importanza fondamentale per l’economia turistica della città, tenendo conto altresì di posti di lavoro ed attività strettamente collegati al porto. Una cosa certa è che il porto dovrà essere completamente rifatto e nelle attuali contingenze è difficile pensare quali potrebbero essere i finanziamenti per una simile opera.
AL PORTO SI LAVORA SENZA TREGUA
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