SI MUOVE ANCHE IL COMITATO CONTRARIO AL REFERENDUM SUL FORNO CREMATORIO: ECCO PERCHE’ SI DEVE ESTERNALIZZARE IL SERVIZIO

SI MUOVE ANCHE IL COMITATO CONTRARIO AL REFERENDUM SUL FORNO CREMATORIO: ECCO PERCHE’ SI DEVE ESTERNALIZZARE IL SERVIZIO

Il Comitato “11 uomini e un referendum”,  nato con l’intento di sostenere la decisione consiliare di esternalizzare la gestione del forno crematorio, fa sentire la sua voce:  Il consiglio comunale ha votato per ben due volte decidendo per l’esternalizzazione del servizio. Perché allora  fare un referendum? A cosa serve il consiglio comunale eletto se bastano 11 persone a bloccare una decisione?  Il servizio di cremazione NON è un servizio essenziale e NON è un compito istituzionale del Comune che, al contrario, deve finalizzare gli investimenti per garantire i servizi prioritari (come scuole, asili, viabilità, territorio, servizi sanitari, cultura, turismo, ecc.). E’ un servizio che l’amministrazione mette a disposizione della cittadinanza e che ha costi di gestione elevati che nei prossimi anni diventerebbero insostenibili, se si considera che l’attuale linea obsoleta debba essere sostituita con una più moderna: si tratta di un investimento importante (circa 1,5 mln) che andrebbe a sottrarre importanti risorse al bilancio comunale, a fronte di un patto di stabilità ancor più stringente imposto dal Governo, non consentendo così di investire per lo sviluppo della città. Questo non è il comitato del no,  ma un gruppo di persone che affronta seriamente la questione, acquisendo informazioni, al fine di far comprendere come tale decisione sia la più conveniente per il Comune e, quindi, per la Città e per i cittadini verbanesi. Riteniamo pertanto inutile il referendum per l’abrogazione della deliberazione.

Il Comitato illustra anche i motivi per cui a suo avviso l’esternalizzazione del servizio la scelta da perseguire:

1) L’utile (differenza tra ricavi e costi) è in costante diminuzione (circa 250.000 € nel 2013, poco meno nel 2014 e 200.000 € nel 2015): ciò è dovuto da un lato all’aumento dei costi di gestione per le opere di manutenzione ordinaria di un impianto vecchio di 15 anni e dall’altro ad una riduzione delle cremazioni dovuta ad un’offerta globale del servizio non in linea con quella di altri forni (es. Tempio di Domodossola).

2) Il trasferimento della gestione del forno crematorio ad un privato, viceversa, comporterebbe per il Comune di Verbania una serie di benefici: canone annuo al quale si aggiungano tutte le spese di gestione a carico del concessionario privato (manutenzione ordinaria e straordinaria, personale, utenze, rifiuti, ecc.) e quelle di manutenzione del cimitero di Pallanza, con la possibilità di estenderle all’intero sistema cimiteriale cittadino; ciò determinerebbe, tra introiti e risparmi, un utile pari, se non superiore, a quello attuale, senza alcuna perdita rispetto alla gestione pubblica.

3) L’attuale linea crematoria è obsoleta per cui deve essere sostituita da una moderna, più efficiente e meno inquinante: il nuovo forno dovrà essere inserito in un nuovo locale tecnico, dovranno essere predisposte una nuova sala del commiato e nuove celle frigorifere, entrambe attualmente insufficienti, e nuovo personale. Ciò comporterebbe un impegno finanziario che il Comune non sarebbe in grado di sopportare, se non a scapito di servizi primari; e mantenere il forno nello stato attuale significherebbe una non lontana sospensione del servizio, mancanza che sarebbe supplita dalla presenza di un tempio crematorio attrezzato e molto efficiente a Domodossola.

4) Visto e considerato che l’attuale linea crematoria è obsoleta, per cui poco efficiente ed inquinante, il suo mantenimento in attività da parte del gestore privato non parrebbe logica (se non unicamente nella fase di transizione alla nuova linea) perché antieconomico a causa degli alti costi di gestione e manutenzione a fonte di una bassa efficienza d’esercizio;

5) dall’analisi di uno studio tecnico inerente l’impatto ambientale di un forno crematorio (“Aspetti tecnico ambientali di un crematorio” – Prof. Gioacchino Nardin, Facoltà d’Ingegneria, Dip. Di Ingegneria Elettrica, Gestionale e Meccanica, Università di Udine) risulta che le emissioni prodotte da un forno di piccola taglia (come quello di Verbania, portata di circa 1000 Nm3/h) sono centinaia di volte inferiori a quelle di due comuni attività quali il legno domestico (ad es. un fornello, stufa o caminetto) e un’utilitaria a benzina verde. Nelle conclusioni si afferma che “ a oggi campagne di misura sull’ambiente prospiciente un crematorio strutturato come da norme nazionali ed europee non hanno mai rilevato differenze misurabili e certe del tasso d’inquinamento tra forno crematorio in funzione e spento, per cui i crematori operano in condizioni di sicurezza ambientale ed il loro contributo alle concentrazioni che determinano la qualità dell’aria è ininfluente ”.

6) da un confronto tra emissioni di un moderno forno crematorio dotato di una linea di ultima generazione (Tempio di Domodossola, linea della Facultative Tachnologies) e quelle del forno crematorio di Verbania risulta molto chiaramente come nel primo caso le emissioni dei principali macroinquinanti (polveri, mercurio, diossine, NOx, SO2, CO) siano nettamente inferiori, e si consideri che il forno di Domodossola ha una portata dei prodotti di combustione (m3 di fumi emessi ogni ora), e quindi di inquinanti, che è circa doppia di quella del forno di Verbania, il che significa che il numero di cremazioni è circa doppio di quelle attualmente eseguite a Verbania.

7) In considerazione di ciò, quand’anche il privato gestore privato dovesse decidere di aumentare le cremazioni raggiungendo il valore massimo concesso di 1872/anno, le emissioni dei macroinquinanti sarebbero comunque inferiori alle attuali. E non si andrebbe oltre tale limite poiché stabilito e imposto da Comune e Provincia e non a discrezione del gestore privato solo in base all’effettiva capacità della nuova linea crematoria.

  1. Finalmente un’ analisi seria e anche tecnica basata su dati oggettivi. Non politica

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  2. renato brignone 5 Aprile 2016, 17:56

    1136 firme per affermare che essere in maggioranza non significa “avere ragione”, è la democrazie bellezza!

    1- i numeri riportati dei ricavi non sono veritieri, scontano una serie di elementi (imputazioni arbitrarie di alcune spese, blocco temporaneo ecc.) mediamente i ricavi netti minimi si attestano a 250’000 € che nessun privato garantirebbe, lo ha detto l’Assessore Forni.
    2- il punto due è pura fantasia, ovvero si potrebbe verificare alla sola condizione di più che raddoppiare le cremazioni (e forse nemmeno). E’ semplice matematica.
    3- Le condizioni descritte al punto 3 si verificano solo con incremento ENORME delle cremazioni, ma ciò NON E’ NECESSARIO, basta la manutenzione straordinaria dell’attuale linea, costo 500’000 euro, solo 2 anni di utile. Quindi una spesa alla portata del Comune.
    4- Altra fantasia. Se questa linea permette di fare utili importanti, quale privato mai la rottamerebbe? è come se io buttassi un auto usata solo perchè ne ho comprato una nuova… le uso entrambe (una io e una mia moglie).
    5- La volkswagen sosteneva di fare macchine diesel non inquinanti e la Marlboro sosteneva che il fumo non facesse male … potrei continuare per ore con esempi. Se si bruciano corpi carichi di farmaci chemioterapici, chi garantisce che tutto vada bene?
    6- Il punto 6 dimostra solo che quando si rifarà la linea bisognerà usare idonea tecnologia
    7- grave errore! noi non sappiamo quale sarà il limite massimo di cremazioni, potrebbero essere 5000 o 7000, dipende dall’autorizzazione che chiederà il privato. Ad oggi il Comune non ha messo alcun paletto numerico (fonte dirigente del settore del Comune).

    Per tutte queste ragioni il Comune prima di pensare a privatizzare dovrebbe comunicare con che limiti ciò verrà fatto. In assenza di paletti e limiti, per sicurezza/prudenza/ buon senso si deve votare “SI” e impedire l’ennesima scelta sbagliata (e in questo caso anche pericolosa) di questa amministrazione

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  3. Personalmente non andrò a votare, e gli altri, democraticamente, faranno come meglio credono secondo la propria opinione, e non secondo quella di altri che dicono di abere sempre ragione

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  4. “Scelta pericolosa”, smettiamola di impaurire la gente, non ci riesce neanche più Salvini

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