A margine degli ultimi sviluppi delle proteste suscitate dalla iniqua tassa governativa sui frontalieri, riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato diffuso a nome di Italia Viva Centro Riformista per il Vco da Stefano Costa e Cinzia Vallone:
Dopo l’incontro di venerdì scorso del Tavolo interistituzionale provinciale del Vco sul frontalierato, al quale ha partecipato il nostro capo gruppo Stefano Costa, è doveroso fare alcune considerazioni, dopo avere constatato un’unità di intenti ritrovata anche da parte di chi non aveva colto la gravità del problema alla fine dello scorso anno quando l’improvvida iniziativa governativa è diventata di dominio pubblico. Considerazioni che si concentrano sulle prese di posizione, alquanto tardive, di alcuni rappresentanti locali delle forze di governo nazionale che non possono che risuonare come “prese per i fondelli”.
La prima presa di posizione tardiva certamente riguarda il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che ha dichiarato alla stampa locale durante le sue “visite istituzionali” della scorsa settimana, la volontà di non applicare la cosiddetta tassa sulla salute a carico dei cosiddetti “vecchi frontalieri”. Forse Presidente bastava spendersi un po’ più convintamente, prima dell’approvazione della legge di bilancio, circa l’evidente inefficacia di un tale balzello pensato, a detta del Governo e di intesa con le regioni interessate, a risollevare le sorti di una sanità regionale in dissesto che, a parer nostro, necessita di ben altri interventi strutturali. Purtroppo il Presidente Cirio si è ben guardato dall’intervenire anche dopo la tempestiva denuncia del capogruppo in Senato di Italia Viva, il sen. Enrico Borghi che aveva anticipato i contenuti della legge di bilancio prima della sua approvazione e tentato un emendamento in Commissione Bilancio del Senato purtroppo respinta.
Chiediamo quindi con forza al Presidente Cirio di essere conseguente alle sue dichiarazioni facendo immediato ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge di bilancio, che ha introdotto la tassa; chiedendo l’immediata convocazione della Conferenza delle Regioni, per mettere in mora il governo su un provvedimento adottato senza la concertazione con gli enti locali e con le parti sindacali; bloccando l’intesa prevista dalla legge sul decreto attuato della tassa.
La seconda presa in giro è quella del segretario provinciale di Fratelli d’Italia, Davide Titoli, che a mezzo stampa annuncia «che si recherà a Roma per risolvere il problema». In questo caso ci uniamo a quanto già evidenziato da Borghi in un suo comunicato stampa in data di ieri, ricordando a Titoli che il problema è stato causato proprio da Fratelli d’Italia con il voto favorevole a sostegno di una decisione del governo Meloni intrapresa solo per “fare cassa”.
Siamo soddisfatti per l’iniziativa intrapresa dal Tavolo provinciale il quale ha unanimemente deciso di coinvolgere tutti i sindaci per dire no a questa assurda tassa che rappresenterebbe un pericoloso precedente a danno dei frontalieri, chiedendo loro di adottare uno specifico ordine del giorno a sostegno delle iniziative in corso. Iniziative che vedono finalmente tutto il territorio compatto, insieme alle forze sindacali promotrici di una raccolta firme che viaggia verso le 20.000 adesioni e di un ricorso per le vie legali avverso ad una evidente violazione di un trattato internazionale appena sottoscritto, fare “massa critica” nel richiedere l’eliminazione di questo assurdo balzello.