VERDI DEL VCO: NO ALLA GESTIONE PRIVATA DEL FORNO CREMATORIO

VERDI DEL VCO: NO ALLA GESTIONE PRIVATA DEL FORNO CREMATORIO

In un comunicato sottoscritto da Marica Spezia e Paolo Caruso, i Vedi Ecologisti del Vco manifestano la loro contrarietà agli intenti dell’amministrazione comunale  di affidare a privati la gestione del forno crematorio cittadino.

I servizi pubblici essenziali devono restare di gestione pubblica; la gestione pubblica non si pone come obiettivo il raggiungimento di un profitto, ma il conseguimento del bene comune.  Ciò significa contenere i prezzi a carico degli utenti, non porsi il problema dell’aumento dei ricavi ed in questo caso di considerare compiutamente l’impatto ambientale del servizio.

La gestione privatistica di servizi pubblici primari come il forno crematorio si pone ovviamente come obiettivo primario il raggiungimento di profitti sempre più elevati. Per raggiungere tali scopi il soggetto privato potrà agire sia chiedendo di aumentare le tariffe a carico dei cittadini, sia proponendo il potenziamento del forno crematorio e quindi aumentando il numero giornaliero delle salme cremate.

Un aspetto non secondario dell’attività del forno crematorio è rappresentato dalle emissioni gassose che avvengono a seguito della combustione delle casse e delle salme. La Convenzione di Stoccolma che si propone l’eliminazione degli inquinanti organici persistenti firmata a Stoccolma il 22 maggio del 2001 e approvata il 14 ottobre 2004 dal Consiglio dell’Unione Europea annovera tra le fonti di inquinamento proprio i forni crematori (allegato C parte terza comma g) che in quanto impianti di combustione possono emettere tra l’altro diossine e furani. Tali sostanze rimangono nell’ambiente per lungo tempo inalterate e si bioaccumulano nei tessuti grassi umani e animali; sono sostanze tossiche che possono essere cancerogene, provocare allergie, danneggiare il sistema riproduttivo, immunitario e il sistema endocrino anche a concentrazioni molto basse. Recentemente è stato approvato dal consiglio comunale di Verbania il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile che si prefigge tra l’altro la riduzione delle emissioni gassose del 20% entro il 2020. L’eventuale ampliamento del forno crematorio non è sicuramente compatibile con gli obiettivi che si pone il Paes.

Tenuto conto che il forno crematorio si trova nel centro abitato riteniamo inoltre utile riflettere sull’ipotesi di un eventuale trasferimento dell’impianto lontano dai centri abitati e di una sua eventuale gestione consortile, utilizzando le tecnologie più avanzate e le buone pratiche che assicurino l’annullamento delle emissioni degli inquinanti organici persistenti indicati nella Convenzione di Stoccolma. Tali considerazioni dovrebbero consigliare l’amministrazione comunale a rivedere le decisioni assunte ed a riflettere e approfondire la materia con l’obiettivo di tutelare al meglio il bene comune, l’ambiente e il benessere dei cittadini.

 

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