I CAPIGRUPPO DEL GRAN CONSIGLIO TICINESE DENUNCIANO: OBSOLETO E DANNOSO L’ACCORDO ITALO-ELVETICO SUI FRONTALIERI

La sala del Gran Consiglio Ticinese.

I capigruppo di Plr, Lega, Ppd, Ps, Verdi e Udc in una lettera aperta al Consiglio federale sulle trattative economiche fra Confederazione Elvetica e Repubblica Italiana denunciano un accordo del tutto inutile che non farebbe altro che impoverire il Ticino in favore dell’Italia e chiedono che il Consiglio federale denunci unilateralmente entro il 30 giugno 2014 l’accordo sui frontalieri del 1974 e rinegozi la convenzione generale.  I rapporti tra Italia e Svizzera negli ultimi anni sono stati quantomeno travagliati – si legge nella lettera –. Le tre amnistie fiscali, l’adozione di Black List e le continue pressioni di vario genere sulla Svizzera hanno causato delle conseguenze sul piano economico, in particolare per il Cantone Ticino. Riteniamo che l’accordo sui frontalieri sia obsoleto a livello generale per la Svizzera e dannoso, a livello particolare, per il Cantone Ticino. Obsoleto in quanto, da quando la Svizzera ha sottoscritto con l’Ue il Trattato sulla libera circolazione delle persone, i cittadini europei che rientrano al proprio domicilio almeno una volta alla settimana possono così esercitare in Svizzera, di fatto liberamente, le attività lavorative che desiderano. Il concetto di frontaliere è diventato una nozione storica e non si comprende quindi per quale ragione debba essere ancora incluso in accordi internazionali. Dannoso siccome ci vediamo costretti a riversare una quota rilevante, il 38,8 per cento, delle imposte alla fonte, pari nel 2013 a 60 milioni di franchi e di quasi 1,2 miliardi dal 1974. Secondariamente, il trattamento fiscale privilegiato dei lavoratori frontalieri – che già sono favoriti da un costo della vita inferiore e da altri vantaggi quali, ad esempio, il mancato cumulo dei redditi nel caso dei coniugi – pone una pressione notevole sul mercato del lavoro cantonale generando fenomeni di dumping salariale e di sostituzione della manodopera residente con manodopera frontaliera. In passato il Ticino ha sopportato da solo le conseguenze negative di questo accordo in virtù della tranquillità che garantiva su altri fronti, come ad esempio nel settore bancario. Oggi, considerata la politica intrapresa a livello nazionale e internazionale, questo genere di contropartita non è più presente e quindi mantenere questo accordo non sarebbe comprensibile e non farebbe altro che impoverire il Ticino in favore dell’Italia.

 

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata.