Si susseguono le prese di posizione sull’acceso dibattito sui livelli del Lago Maggiore che “contrappone” gli interessi turistici e di tutela del territorio e delle sponde del Verbano a quelli agricoli, ma soprattutto idroelettrici, del Parco del Ticino e della Lombardia. La questione è stata portata all’attenzione anche del Governo con l’interpellanza dell’onorevole Enrico Borghi che sollecita il coinvolgimento nella gestione dei livelli del lago (ad oggi di competenza del Consorzio del Fiume Ticino) anche dei Comuni rivieraschi e di altri soggetti, tra cui il Cnr di Verbania. Sulla questione interviene anche il Distretto Turistico dei Laghi, Monti e Valli, rilevando dopo la sperimentazione dell’innalzamento dei livelli del lago che esso si è rivelato dannoso sia per la tutela del territorio e delle sponde sia per l’economia turistica a seguito della forte riduzione delle spiagge, per cui occorre ritornare ai livelli originali come peraltro previsto in prima battuta anche dal Ministero dell’Ambiente. Non soddisfa pertanto la proposta di un’ulteriore sperimentazione triennale, che finirebbe per innalzare in modo definitivo il livello del lago Maggiore con tutti i rischi che ne deriverebbero. Ma ciò che più ostacola il dialogo, necessario quando si affrontano questioni così rilevanti – commenta Antonio Longo Dorni, Presidente del Distretto Turistico –, è il continuo bombardamento mediatico, con annunci allarmistici, da parte del Parco del Ticino. Annunci peraltro smentiti anche dai diretti interessati, come quello, rilanciato sempre dal Parco del Ticino, che riguarda il rischio per Expo di rimanere senz’acqua, con conseguente blocco di condizionatori e giochi d’acqua e al quale l’organizzazione di Expo risponde che si tratta di un rischio remoto. Se da un lato è legittimo e comprensibile che ogni territorio cerchi di tutelare i propri interessi, e nel caso della Lombardia soprattutto quelli relativi alla produzione di energia idroelettrica, dall’altro diffondere notizie allarmistiche peraltro smentite dagli stessi interessati non agevola certo la ricerca di soluzioni condivise. Come già affermato in precedenza, il turismo è la nostra energia e non esiste alcuna forma di compensazione per i nostri territori da parte dei produttori di energia idro-elettrica lombardi, oltre ai danni e rischi per il territorio sottolineati dai comuni rivieraschi e dalla Svizzera.