L’ultima seduta del consiglio comunale ha fatto salire alla ribalta della cronaca il vecchio ponte del Plusc, in seguito alla proposta lanciata dai gruppi consiliari Cittadini Con Voi e Sinistra & Ambiente per un concorso di idee sull’impiego della struttura. L’assessore ai lavori pubblici Massimo Forni ha manifestato interesse per la proposta di riqualificazione e si è impegnato per il momento a verificare la stabilità del manufatto. La circostanza ha riportato d’attualità proposte formulate nel tempo per la sua valorizzazione e altre idee più o meno fantasiose da parte di diversi cittadini. A noi sembra francamente che l’idea più sensata sia quella espressa in un comunicato di Comunità.vb, che dice semplicemente di lasciare il ponte così come è: Oggi che il vento, la pioggia, la grandine e la neve hanno compiuto la loro opera – si legge -, ci troviamo di fronte ad un capolavoro. Le sue forme, liberate dalla lacca nera, si presentano oggi ammorbidite ed addolcite da una “amorevole” patina di ruggine, il nero nastro di asfalto che ne costituiva il piano si è ormai dissolto, lasciando ampi spazi al candore del tout-venant. Il Plusc è diventato un opera d’arte, gradevole allo sguardo, perfetto ed immodificabile elemento del nostro paesaggio urbano. Molte volte, anche nel più recente passato, qualcuno ha ipotizzato di trasformare il Plusc per realizzarvi fantasiosi pubblici esercizi. Ma, al di là dei problemi tecnici legati all’effetto vela che qualunque tamponamento inevitabilmente potrà generare, crediamo che ogni superfetazione che vi si voglia apporre svilisca la bellezza del manufatto. Liberiamolo definitivamente dagli ultimi residui bituminosi, creiamo un assito ligneo di calpestio, immortaliamo la naturale ossidazione con cere protettive. E così, semplicemente, potremo consegnare un’opera d’arte “industriale” alle generazioni future. Così, semplicemente, senza scoprire l’acqua calda.
