UNA CRITICA AL BONUS DISABILI DELLA REGIONE

UNA CRITICA AL BONUS DISABILI DELLA REGIONE

Per la segreteria regionale del Grande Nord riceviamo da Roberto De Magistris il seguente comunicato di critica relativo al bonus disabili della Regione,  giudicato una “operazione di facciata”:

La Regione Piemonte ha stanziato il c.d. “bonus disabili”; bene, pur nel rispetto massimo delle persone che  potranno beneficiare di questa misura possiamo trovare in essa la distanza tra il ceto politico e la realtà  vissuta dalle persone nel quotidiano.  La disabilità è e deve restare un tema importante, non deve diventare occasione di propaganda. Analizzando il bonus di 600 euro al mese per due anni scopriamo che è stato “venduto” senza farsi tanti  scrupoli , come misura “per tutti i disabili”. Vediamo le condizioni di accesso.  Per ricevere il “Buono Domiciliarità – Assistenza familiare” occorre che sia stato attivato un servizio di  assistenza familiare con la stipula di: 

  • un regolare contratto di lavoro subordinato con un assistente familiare, di durata pari ad almeno 12  mesi, per un minimo di 16 ore settimanali, 8 ore per i minori, di servizio (inquadramento dell’assistente nei  livelli CS o DS del CCNL sul lavoro domestico) 

oppure 

  • un incarico professionale, che rispetti i medesimi requisiti di durata e numero minimo di ore settimanali  e preveda pari requisiti professionali, per la prestazione di un servizio di assistenza domiciliare da parte di un  assistente familiare che esercita l’attività come libero professionista 

oppure 

  • un contratto di prestazione di un servizio di assistenza domiciliare con idonea cooperativa sociale,  agenzia di somministrazione di lavoro o altro soggetto giuridico fornitore di servizi di assistenza domiciliare,  che rispetti i medesimi requisiti di durata e numero minimo di ore. 

Pochi disabili potranno usufruire di questo bonus perché nella maggior parte dei casi è la famiglia a farsi  carico dell’assistenza del disabile.  Se pensiamo ai bambini con sindrome da spettro autistico o con ritardi certificati,  scopriamo che quasi  sempre sono seguiti dai genitori, spesso costretti ad abbandonare il lavoro.  Non sarebbe stato più onesto ed efficace riconoscere ai possessori di indennità di accompagnamento un  aumento della stessa, anche di importo minore rispetto a quello previsto dal bonus, ma in maniera perpetua  e non solo biennale?  Se non la competenza professionale almeno la conoscenza della realtà permetterebbe al ceto politico una  maggiore ragionevolezza nella determinazione di misure a sostegno di persone deboli e svantaggiate. 

 

Nella foto Roberto De Magistris

 

 

 

  1. Purtroppo credo che quella regionale sia stata una scelta consequenziale, considerando il dimezzamento dei fondi per disabili in primis a livello nazionale.

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