BOTTA E RISPOSTA SUL REPARTO DI PSICHIATRIA DELL’OSPEDALE

BOTTA E RISPOSTA SUL REPARTO DI PSICHIATRIA DELL’OSPEDALE

Un reparto di basso livello qualitativo, relegato in una zona vecchia e fatiscente dove l’igiene lascia molto a desiderare. La zona d’aria è un piccolo prato con tre panchine, tavolo da ping pong, calciobalilla e basta. In sostanza, una struttura chiusa che ricorda i vecchi manicomi. Le critiche riguardano il reparto di psichiatria dell’Ospedale Castelli e a manifestarle è la signora G.B.,  esprimendo la sorpresa di avere trovato un luogo così mal ridotto in seguito alla esperienza vissuta  per il ricovero del figlio alle prese con un problema psicotico. E la sua protesta non si ferma qui: Per i malati non esistono attività ludiche, creative o ricreative – aggiunge – , ma solo la possibilità di fumare sigarette.Nella zona pranzo, buia, poco pulita e con aria malsana, c’è un televisore protetto da un vetro che difficilmente si accende. Alle 20 i pazienti sono invitati ad andare a dormire, unica cosa di cui hanno voglia sedati come sono. E su un tavolo è presente solo un pentolone di camomilla, niente altro di rilassante e gradevole. Lo sfogo si conclude auspicando che, mentre si presentano strutture all’avanguardia come le nuove sale ospedaliere, non si dimentichi questa parte trascurata e che dovrebbe invece ricevere le attenzioni di ogni altro reparto.

La protesta trova immediata replica dall’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera, che alle critiche risponde osservando che proprio i,locali di psichiatria sono stati di recente ristrutturati, pavimentati e ritinteggiati e che alla pulizia si provvede come per ogni altro reparto di degenza. Il televisore aggiunge la Asl – è facilmente accessibile ai pazienti e protetto solo per motivi di sicurezza: Lo spazio esterno, assente nella maggior parte degli ospedali, è una enorme risorsa per i degenti come area di socializzazione tra loro e con gli operatori.  Ulteriori precisazioni riguardano i servizi forniti: Come reparto per situazioni in fase di acuzie, risulta difficile strutturare attività riabilitative/ricreative per la complessità delle situazioni cliniche presenti. Da tempo però anche con l’aiuto dei volontari dell’Avap si aumentano momenti di aggregazione e di attività per occupare i lunghi tempi vuoti della giornata ospedaliera.  Nel fornire questi chiarimenti, la Asl dichiara comunque ben accetta ogni osservazione che mantenga accesa l’attenzione e migliori una branca medica talvolta relegata al margine.

  1. Personalmente trovo molto grave la risposta dell’ufficio stampa dell’asl che dimostra molta superficialità nell’affrontare questa problema.
    Si parla di ritinteggiatura, come se il problema riguardasse il bianco di un muro, si parla di ristrutturazione ma come mai in fase di ristrutturazione non si è pensato di mettere la zona pranzo in un luogo con una finestra?
    Personalmente ritengo che i malati psichiatrici principalmente sono esseri umani, esseri umani che vengono emarginati, abbandonati dalla società, ritenuti esseri inutili, sono persone che soffrono, soffrono per la loro condizione e che comunque hanno una loro dignità.
    Sicuramente hanno bisogno di rilassarsi, di riflettere anche nelle fasi di acuzie, pare ci siamo dimenticati che esistono tanti modi per rilassarsi, un esempio semplice e banale è la musica: Mozart per esempio. Ci sono testi che parlano a lungo sull’aiuto terapeutico della musica di Mozart, non mi sembra cosi difficile mettere un sottofondo musicale in un reparto, magari solo due ore in una giornata.

    Inoltre leggo sulla “zona d’aria all’aperto” del reparto e ricordo che anche nei carceri ci sono le zone d’aria e forse più vivibili; ma invito gli addetti dell’asl ad andare a visitare il reparto psichiatrico di Cittiglio dove io pur non essendo mai stata, ho letto questo articolo che ovviamente condivido:

    Il Giardino di Elisa (Lisetta) nasce dagli sforzi della Psichiatria del Verbano per migliorare non solo l’umanizzazione del Reparto di Psichiatria dell’Ospedale di Cittiglio, ma di tutto l’Ospedale.
    In particolare è stato realizzato questo piccolo giardino come una sorta di hortus conclusus. I pazienti psichiatrici e i loro visitatori potranno usufruire di un giardino ripensato al fine di favorire il contatto con la natura per trovare momenti di relax, allentare lo stress e dare sollievo alla mente e al corpo. Infatti, è noto ormai da diverso tempo che avere la possibilità di frequentare, o anche solo vedere, uno spazio verde curato e armonioso dona pace e serenità: componenti fondamentali per la salute mentale, una terapia parallela vera e propria. Rilassarsi nel verde aiuta a riportare l’attenzione al centro di se stessi per recuperare le risorse necessarie alle sfide quotidiane.
    Inoltre il Giardino di Elisa (Lisetta) favorirà l’inclusione sociale e l’integrazione dei sofferenti psichici con utenti e visitatori “esterni” alla psichiatria, di tutti i reparti e i servizi ospedalieri, anch’essi ben accolti in questo giardino.

    Ricordo che la struttura di Verbania è chiusa, i malati non possono uscire se non accompagnati, personalmente credevo che dopo la legge Basaglia le strutture chiuse non esistessero più.
    Ricordo inoltre che i malati di tutti gli altri reparti, possono uscire negli spazi aperti degli ospedali, possono andare liberamente al bar e magari anche nei parchi degli ospedali. Nell’ospedale di Verbania ad esempio esiste un piccolo parco bellissimo trascurato dove si potrebbero fare grandi cose con pochi sforzi.
    I malati inoltre degli altri reparti hanno il televisore in camera, capisco che in un reparto psichiatrico non possa esserci, ma non è difficile trovare una piccola stanza tv con un divano e un paio di poltrone dove si possono vedere insieme film o argomenti interessanti.
    Faccio presente di avere conosciuto malati che erano da due mesi in questo reparto, ci sono acuzie che durano cosi tanto tempo? Ci sono ad esempio problemi logistici di dove collocare persone con problematiche particolari e che restano parcheggiate per tempi lunghi in reparto.
    Inoltre è sufficiente andare a visitare il medesimo reparto a Borgomanero per rendersi conto che la realtà è diversa e non è un problema di tinteggiatura o di struttura vecchia o nuova.
    Questo è il mio pensiero.

    Quest’estate ho pensato ai maiali: le temperature elevate hanno portato gli allevatori a portare l’aria condizionata nei luoghi dove vivono i maiali e noi invece come trattiamo i malati più deboli e indifesi?
    Il “pentolone di camomilla” ad esempio non invita certo a berla cosi come si presenta, senza pensare a tutte le altre erbe rilassanti tipo verbena, lavanda, tiglio che si possono utilizzare con costo modico e sicuramente più gradevole e piacevole. Ricordo inoltre che non esiste all’interno la macchinetta per prendere bevande (e forse giustamente) ma occorre creare una alternativa.
    Questo ripeto è il mio pensiero magari sbagliato, ma principalmente noto l’assenza di volontà di considerare dei malati psichiatrici come persone, persone sofferenti che vengono emarginate ancor prima che sia conclamata la malattia, diventa poi difficile poi per il malato recuperare la propria autostima e fiducia nel recuperare almeno una parte le proprie facoltà

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