CISL: NUOVE INIZIATIVE PER I LAVORATORI FRONTALIERI

CISL: NUOVE INIZIATIVE PER I LAVORATORI FRONTALIERI

La Cisl Piemonte Orientale fa il punto sulla situazione dei frontalieri ed illustra le nuove iniziative in campo per migliorare la vita di migliaia dei circa 7.000 lavoratori del Vco che ogni giorno sono costretti a varcare il confine svizzero per lavorare.  Con l’apertura a Verbania dello “Sportello Frontalieri” di aiuto e consulenza,  si è voluto dare il segnale di un impegno che prosegue con il sostegno alla sperimentazione del nuovo sistema di mobilità pendolare con l’aliscafo, denominato “Frontalieri con le ali”, promosso dall’Amministrazione comunale. L’impegno verso i lavoratori frontalieri continua poi su altri due fronti: l’apertura di un tavolo regionale di confronto tra associazioni sindacali, lavoratori frontalieri e regioni territorialmente coinvolte, con l’obiettivo di definire una piattaforma propedeutica alla creazione di un vero e proprio Statuto dei Lavoratori Frontalieri e la questione fiscale. Sul tappeto ci sono questioni, come i ristorni delle tasse che i frontalieri pagano in Svizzera e i contratti,  che vanno affrontate e risolte.  Sulla prima questione – si legge in un comunicato della Cisl –  stiamo assistendo negli ultimi tempi a voci incontrollate su un aumento delle imposte a carico dei lavoratori frontalieri. Si sta facendo molta confusione al riguardo e va subito chiarito che non è stata approvata dal governo federale nessuna legge che cancelli lo status di lavoratore frontaliere, costringendo così i lavoratori a pagare le tasse secondo le aliquote italiane. Il 16 settembre scorso il parlamento elvetico ha approvato solo un postulato del deputato delle Lega dei Ticinesi, Lorenzo Quadri, con il quale si chiede che tutti i frontalieri paghino le tasse in Svizzera secondo le aliquote italiane. Ma questo non comporta cambiamenti immediati perché intanto il governo federale dovrà redigere un rapporto nel quale vengono analizzate pro e contro di un simile cambiamento. Ci vuole quindi tempo, ma soprattutto verrebbero meno i negoziati fiscali con l’Italia, cosa alquanto improbabile. È infatti in vigore tra Italia e Svizzera una Convenzione del 1974 che regola l’imposizione fiscale dei frontalieri e che stabilisce che i lavoratori residenti nei paesi di fascia di frontiera sono soggetti a un’imposta in Svizzera e non sono tenuti a dichiarare il reddito in Italia.Da tempo il Canton Ticino vorrebbe trattenere la quota che ora restituisce all’Italia sotto forma di “ristorni” che finiscono ai Comuni dove risiedono i frontalieri, ma serve un accordo tra gli Stati che, secondo alcuni, potrebbe arrivare nella primavera del 2015.

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