AL VOTO NEL PROSSIMO CONSIGLIO COMUNALE IL REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI

AL VOTO NEL PROSSIMO CONSIGLIO COMUNALE IL REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI

Sarà messo al voto nella prossima seduta del consiglio comunale di martedi 31 marzo  il registro delle unioni civili che già ha suscitato discussioni e prese di posizione in città.   Il sindaco Silvia Marchionini lo definisce un provvedimento di natura amministrativa che non mette in discussione l’articolo 29 della Costituzione, ma vuole  anzi estendere i diritti previsti nell’articolo 2 della Carta.   Non si vuole entrare nel merito di scelte personali, etiche o religiose – aggiunge –, ma solo garantire diritti a persone che vivono insieme da anni e che magari hanno figli. Ormai sono tante le famiglie non sposate e crediamo che non debbano, sul piano amministrativo, subire conseguenze negative.  La registrazione amministrativa di una coppia unita da vincoli affettivi, senza limiti di sesso, permetterà ad esempio di accedere alle graduatorie per le case popolari e il riconoscimento potrebbe valere anche per molte altre importanti conseguenze.

Intanto sull’argomento si è svolto ieri sera con una nutrita partecipazione l’incontro promosso a Palazzo Flaim dal Partito Democratico (foto).   Ha presieduto la serata il segretario del Circolo Pd Riccardo Brezza, erano presenti l’onorevole Enrico Borghi e il segretario provinciale Antonella Trapani. Sono intervenute Ilda Curti,  assessore alle pari opportunità  del Comune di Torino, che ha illustrato il percorso del capoluogo piemontese, tra  le prime città che hanno lavorato per allargare la platea dei diritti a tutti i cittadini,  e l’onorevole Micaela Campana.  La responsabile welfare e terzo settore della segreteria nazionale del Pd (come si legge in un comunicato del partito)  ha aggiornato sul percorso parlamentare per ottenere presto un testo che riconosca diritti a cittadini che attendono da anni mentre le amministrazioni comunali hanno proceduto a macchia di leopardo a istituire registri delle coabitazioni dando accesso ai servizi comunali alle coppie omosessuali e non.  Ora serve oggi una legge nazionale come la chiede l’Europa soprattutto per colmare una lacuna legislativa e democratica nei confronti di tanti cittadini che stanno aspettando da di vedersi riconosciuti nella propria sfera affettiva, rigettando ogni discriminazione delle coppie omosessuali in tema di trattamento pensionistico, fiscale, lavorativo e accesso alle genitorialità.

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