La scuola secondaria di primo grado Quasimodo dell’ Istituto Comprensivo Verbania Intra presenta giovedi 7 dicembre alle 9.45 presso la palestra dell’Istituti in via Rosmini 6 l’installazione “La mia voce nessuno la spenga” realizzata dagli studenti in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’inaugurazione è dedi cata alla memoria di Giulia Cecchettin.
Le docenti si sono interrogate su come affrontare l’argomento in occasione di questa giornata. È davvero difficile avvicinare un tema del genere in un mondo in cui la violenza è all’ordine del giorno, tra le immagini a cui siamo sottoposti rischia di sembrare ordinaria follia, anche se pur sempre di follia si tratta. La violenza sulle donne si ripete cadenzata e drammatica: il conto delle vittime supera un numero che mette i brividi, più di 100. Il tempo passa, le vittime aumentano…E allora sono partitə dal significato delle parole e della voce. Nascono spontanee delle domande: perché così tante donne subiscono violenze e vengono uccise, nella maggior parte dei casi da un uomo che hanno amato o di cui si sono fidate? Non è giusto. Dalle riflessioni degli alunni di tutte le classi è emersa l’idea che le donne vengono zittite attraverso la violenza. La morte silenzia i pensieri, i sentimenti, le emozioni, i sogni, le parole: le voci delle donne. Come rappresentare tutto questo? La scuola Quasimodo, ha realizzato, per commemorare questo giorno, un corpo di donna mutilato che riprende forza grazie alla voce che urla i suoi diritti, primo fra tutti, quello di vivere.
“Qui si crea” è un laboratorio artistico ed espressivo in cui i ragazzi partecipanti producono delle opere che nascono da alcune grandi e importanti riflessioni su temi affrontati in classe, con gli insegnanti. Uno dei primi argomenti trattati è quello relativo alla “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. Gli alunni hanno pensato quindi di creare una scultura per ricordare il 25 novembre. Nel corso degli incontri del laboratorio, i ragazzi hanno realizzato un’installazione. Il lavoro è stato arricchito da bocche, stampate, ritagliate, colorate di rosso e realizzate da tutta la Quasimodo. Ogni bocca presenta una frase, un pensiero che è stato svolto da ragazze e ragazzi. Anche i ragazzi si sono “calati” nei panni delle donne; infatti le frasi, scritte in prima persona, raccontano dei diritti (Io ho il diritto di…; Mi manca il diritto di…; Io voglio…). Il corpo della scultura è stato realizzato attraverso la tecnica della cartapesta e stuco, con carta riciclata dalla scuola. Si è pensato di creare la statua senza braccia per simboleggiare le situazioni di pericolo in cui la donna non può difendersi. La donna, oltre ad essere ferita fisicamente, spesso può essere attaccata anche emotivamente. La violenza, infatti, non è soltanto fisica o sessuale, ma anche verbale, psicologica ed emotiva. La scelta delle bocche al posto delle braccia è significativa, in quanto la donna dovrebbe essere difesa attraverso i diritti che le spettano. Nonostante sia indifesa e ferita, la statua sarà comunque in grado di parlare: grazie alle voci dei ragazzi. Infatti, l’idea è nata dal laboratorio, ma ha coinvolto tutte le classi dell’istituto. Circa 400 studenti hanno dato voce ai loro pensieri attraverso la realizzazione delle bocche. Tutti loro si sono confrontati sui diritti conquistati e su quelli che ancora mancano. Ogni voce sembra naturalmente trovare il proprio spazio nell’installazione, perché ogni voce, ogni respiro conta. Sta a ognuno di noi costruire una cultura in cui la donna non sia più privata della sua voce, una donna nella quale ognuno di noi può specchiarsi e riconoscersi.