AMBIENTE VERBANIA: LE RIFLESSIONI SUL FORUM DEL TURISMO

AMBIENTE VERBANIA: LE RIFLESSIONI SUL FORUM DEL TURISMO

Concluso il Forum Internazionale del Turismo, riceviamo da AmbienteVerbania le seguenti riflessioni e un ragionamento politico sull’iniziativa,  evidenziando quelli che secondo il gruppo sono gli aspetti positivi concretizzati durante gli incontri di Baveno e anche i punti di  debolezza.

Leggiamo che la due giorni governativa del Forum del Turismo di Baveno è costata un milione di Euro. Chi ha pagato? Si cita Enit, Aci e Regione Piemonte (pare per 300 mila €). Tutti soldi pubblici. Calato il sipario ci si chiede a chi e a cosa sia servita.  C’è chi ha attinto a piene mani all’evento dando la dignità della satira a un’opinione molto diffusa: si è trattato di una colossale autocelebrazione del Governo, anzi della componente della maggioranza che fa capo a La Russa e a Santanché. Quest’ultima in particolare aveva bisogno di una spolverata alla sua immagine, resa piuttosto opaca dalle sue vicende imprenditoriali e dal flop della campagna Open to Meraviglia. Quasi tutto il Governo è stato mobilitato insieme agli Enti finanziatori nei due giorni di passerella al Dino di Baveno. Risultati per lo sviluppo dell’industria turistica del nostro paese? Non sembra ci sia da esultare. Ma proviamo a riflettere su quali siano state le ricadute per il nostro territorio.
-La funivia del Mottarone: è stato siglato un patto a tre (Governo, Regione e Comune di Stresa) per la ricostruzione della funivia. Bella notizia per il territorio, tanto da indurci a perdonare la pompa magna e la retorica che hanno fatto da cornice e da supporto comunicativo all’annuncio.
-Ricaduta economica dell’evento: quella diretta molto buona senza dubbio, se assumiamo che quel milioncino sia stato in larga misura sul nostro lago, e non solo al Dino. Per quella indiretta vedere sotto.
Promozione del Lago: il quotidiano locale on line ‘Verbania milleventi’ lamenta che il telegiornale più importante del servizio pubblico (oggi Telemeloni) abbia totalmente omesso nei suoi servizi di citare il Dino, Baveno e il Lago Maggiore. Scarsa professionalità o volontà di non penalizzare altre destinazioni che avrebbero avuto ragioni per essere scelte e che magari hanno un peso elettorale maggiore? Suvvia, a parte il TG1 ci pare che gli altri mezzi di informazione abbiano ampliamente citato il Lago Maggiore e anche su questo punto tutto sommato per noi è andata bene. Poteva andare meglio? Forse, se invece di una passerella governativa fosse stato un evento orientato alla promozione. Ma non era questa l’intenzione.
Ma oltre che una passerella finalizzata a lucidare l’immagine del Governo e della Ministra, oltre che un evento promozionale rivolto agli operatori, cosa avrebbe potuto essere? Ecco, un serio confronto sui problemi che l’industria turistica presenta e sulle possibili soluzioni.
Proviamo a elencarne alcuni, almeno quelli che con maggiore intensità si manifestano nel nostro territorio perché, alla vigilia delle elezioni politiche, possiamo trarne qualche indicazione programmatica.
-La prima questione è senza dubbio la quantità e la qualità del lavoro che sostiene il turismo. La Presidente del Consiglio nel suo intervento di 20 minuti in remoto ha detto che la mancanza di personale nel settore è legata al reddito di cittadinanza. Nel nostro territorio negli ultimi due decenni il turismo e i servizi correlati hanno sostanzialmente compensato le perdite che si sono registrate nei comparti della manifattura e delle costruzioni. Ma la diretta conseguenza di questa crescita è stato un tessuto economico molto più fragile e la diffusione di condizioni di lavoro certamente peggiori. Bassi salari, orari di lavoro che arrivano alle 12 o qualche volta alle 14 ore giornaliere parzialmente compensati in nero, precarietà diffusa. Un impoverimento della qualità’ del lavoro segnata anche da un passaggio imponente; negli ultimi venti anni, da formule contrattuali indeterminate a stagionali, spesso ristrette a 3/4 mesi, tra la stagione estiva e quella primaverile: insomma, può essere registrato in alcune fasi di questo decennio un aumento degli occupati ma con un diretto aumento della precarizzazione del lavoro, all’interno di cui cresce l’insicurezza dei lavoratori, le anomalie contrattuali spesso rivolte alle nuove generazioni. Se la Presidente Meloni pensa che l’eliminazione del reddito di cittadinanza porrà rimedio a questa situazione a nostro avviso si sbaglia di grosso. E’ indispensabile che le politiche turistiche siano accompagnate da politiche salariali e di salvaguardia dei diritti dei lavoratori nonché di integrazione e formazione della manodopera immigrata. Ambiente Verbania ha già dedicato un incontro pubblico a questo tema insieme ai sindacati di categoria e lo pone all’interno del suo programma elettorale.
-La seconda questione è la gestione della promozione turistica nel nostro paese. L’Italia è un paese molto complesso e articolato e la competitività dei singoli territori fa leva sulle loro specificità. Inutile pensare che sia possibile una promozione centralizzata, come è stato fatto con il portale italia.it, colossale flop, e come si sta tentando invano di fare con Open to Meraviglia. D’altra parte la frammentazione dei modelli di promozione genera altrettante inefficienze. Il VCO ne sa qualcosa. Il Distretto turistico dei laghi, con una farraginosa governance pilotata dalla politica locale, è una struttura che alimenta se stessa, presentando incredibili asimmetrie nelle sue attività, asimmetrie legate soprattutto alla natura partitica dei suoi organi di gestione. Il risultato è che le attività di promozione del Distretto sono pesantemente squilibrate sull’Ossola, senza alcun rispetto per i numeri degli arrivi e delle presenze, né della competitività internazionale dei singoli territori. E accanto alle attività del distretto si collocano, non coordinate, le iniziative dei singoli imprenditori oppure (come nel caso dei campeggi) dei consorzi di strutture ricettive private. Con il risultato di aumentare il rapporto complessivo tra costi e benefici.  Un Governo serio che si occupi di turismo dovrebbe rinunciare alle velleità centraliste e contrastare nel contempo la frammentazione dei modelli, cercando di diffonderne uno efficace (Trentino?) che costituisca il riferimento da proporre ai D. Dal canto suo Verbania dovrebbe fare il suo dovere di capoluogo di provincia e di capoluogo del lago, non rinunciando, come invece è successo negli ultimi dieci anni, a dire la sua e a orientare le scelte del Distretto facendo pesare il suo milione di presenze turistiche e il suo ruolo di capoluogo.
Ma, strettamente connesse con l’attività di promozione, ci sono poi le iniziative delle singole amministrazioni che con le loro decisioni in materia di infrastrutture e di politiche di gestione urbana possono favorire oppure ostacolare la competitività del territorio. Se Verbania ha fatto con la pista ciclabile un grande passo avanti nella direzione di una maggiore competitività verso le famiglie del centro Europa che cercano una vacanza sana e attiva, deve poi portare fino in fondo questa strategia, senza promuovere segmenti di mercato diversi in cui non potrà mai essere competitiva. Tutte le risorse devono andare a rafforzare la mobilità ciclopedonale non solo lungo in lago ma anche lungo gli assi fluviali attrezzati, così come deve essere posta maggiore cura all’arredo urbano e al verde, entrambi pesantemente trascurati dalle ultime due amministrazioni. Esiste poi il tema della gestione del territorio entro cui l’attrattiva e la competitività turistica acquista solidità. Per fare degli esempi. Una corretta gestione del demanio con progetti che promuovano concretamente la preservazione delle risorse idriche e delle aree e infrastrutture di servizio lacuale concorrono ad aumentare l’offerta turistica ma solo se si sviluppano attraverso il tema della preservazione ambientale: per Verbania, in questo senso, oggi all’attenzione la costruzione del nuovo porto turistico; la cura del paesaggio attraverso interventi di cura e miglioramento delle superficie forestali e montane, non solo apre a nuove possibili offerte per le attività turistiche ma ha il pregio rafforzare altre attività
produttive legate appunto alla cura e la manutenzione territorio, ulteriori professioni e competenze: è il caso pratico, per fare un esempio, della gestione forestale, un patrimonio ambientale per decenni rimasto in abbandono, ma dalla cui cura e riscoperta non solo dipende la qualità del territorio e quindi anche della sua attrattività turistica, ma anche lo sviluppo di diverse attivita’ produttive che possono concorrere a migliorare la qualità di lavoro già offerta dal settore turistico: occorre dare operatività ai numerosi piani forestali e iniziative che negli ultimi anni hanno solo prefigurato questa opportunità ma sono rimaste poi ferme nei cassetti Anche in questo caso AmbienteVerbania non mancherà di specificare proposte che interessano il capoluogo del VCO. La coerenza tra azioni e obiettivi, affrontare la complessità dello sviluppo produttivo
sono l’unica garanzia di successo di una strategia, sia al centro che in periferia.

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