Il proposito che Giandomenico Albertella lancia contestualmente alla ufficializzazione della sua candidatura a sindaco, e cioè riaprire almeno temporaneamente al traffico e alla sosta piazza Gariibaldi sul lungolago di Pallanza, suscita naturalmente diffuse reazioni. Di vera e propria stroncactura si deve parlare per le valutazioni diffuse dall’associazione Ambiente Verbania: Al di là della sua inutilità commerciale e dell’accelerata e irreversibile rovina dei materiali lapidei che comporterebbe, la proposta rivela plasticamente una visione antitetica della città. Pur di intercettare qualche voto di categoria – dice Nico Scalfi – la Destra verbanese risuscita trentacinque anni dopo la miope battaglia che il Msi condusse alla fine degli anni Ottanta contro la pedonalizzazione di piazza Ranzoni a Intra. La visione di Albertella è regressiva e nega l’idea-guida del centrosinistra che si è progressivamente realizzata durante gli ultimi vent’anni fino ad oggi: restituire tutto l’affaccio a lago da Fondotoce al confine di Ghiffa ad una fruizione di elevata qualità ambientale, paesaggistica e turistica, spostando gradualmente a monte il traffico automobilistico e la sosta. A questa logica rispondono la realizzazione della grande ciclopedonale, la riqualificazione, pedonalizzazione e ripavimentazione dei lungolaghi e dei centri storici di Suna, Pallanza e Intra, l’individuazione dei parcheggi di attestamento all’ingresso degli abitati.
Secondo Ambiente Verbania ripristinare traffico e sosta sulla piazza di Pallanza con il pretesto della provvisorietà, significa in sostanza mantenervi per sempre le auto e vanificare un’importante svolta. Al contrario, si deve spronare l’amministrazione a migliorare da subito la nuova piazza (verde, materiali lapidei, valorizzazione artistica culturale) e soprattutto a riprendere il ‘cuore’ del progetto di rigenerazione, intervenendo sul tessuto urbano immediatamente retrostante: la ripavimentazione in pietra del quadrante compreso tra Villa Olimpia, piazza Pedroni, l’asse di via Guglielmazzi, piazza Pasqué e le adiacenze della scuola di polizia penitenziaria, con un’attenzione tutta particolare a piazza Giovanni XXIII già oggetto una dozzina d’anni fa di un malriuscito intervento di ridisegno. In sostanza, quella che si propone è una visione d’insieme che, muovendo dal rifacimento di pregio degli spazi pubblici, riconsegni finalmente la Piazza e la Vila a un destino comune caratterizzato da una riqualificazione complessiva urbanistico-edilizia, viabilistica, urbana e socio- economica, nel segno della progressiva emancipazione dai flussi automobilistici, di una mobilità interna non invasiva e sostenibile, di una pedonalità turistica in grado di rivitalizzare l’attività commerciale, di una intelligente valorizzazione del patrimonio edilizio del centro storico.