BORGHI DENUNCIA POTENZIALI DANNI AL FRONTALIERATO DA PARTE DEL GOVERNO

BORGHI DENUNCIA POTENZIALI DANNI AL FRONTALIERATO DA PARTE DEL GOVERNO

Un ennesimo pasticcio del Governo ai danni del   frontalierato, che assicura la tenuta delle economie di confine ormai da anni, viene denunciato dall’onorevole Enrico Borghi: Non pago delle misure vessatorie introdotte recentemente ai danni dei frontalieri (si pensi al limite del 25% al telelavoro, a fronte di una richiesta quantomeno doppia proveniente da sindacati e imprese elvetiche e a fronte di percentuali molto più alte in altri Stati che impiegano manodopera frontaliera italiana e, soprattutto la cosiddetta “tassa sulla salute”, il  contributo di oltre 2mila euro che i “vecchi frontalieri” saranno chiamati a  pagare per sostenere la spesa sanitaria delle Regioni),  il governo ha da ultimo , di nascosto tra le pieghe di un collegato alla riforma fiscale, introdotto la previsione di una clamorosa abolizione, dal punto di vista fiscale, del concetto  stesso di frontalierato con l’istituzione della cosiddetta «frazione di giorno».  Un  meccanismo che secondo Borghi in prospettiva potrebbe essere dirompente: Siamo di fronte ad un’altra misura vessatoria, e potenzialmente pericolosa per le economie di frontiera, oltre che  un’altra picconata alle intese appena raggiunte con la Svizzera.  Se vogliamo evitare di distruggere un intero comparto, bisogna rapidamente modificare il testo del decreto legislativo del Governo, prevedendo  espressamente che l’introduzione di un frazionamento giornaliero della riforma fiscale, che rischia di penalizzare fiscalmente i lavoratori frontalieri,  non si applica nei confronti dei soggetti oggetto di accordo internazionale  tra Italia e Svizzera.  Certo, se non avesse voluto penalizzare i frontalieri, il Governo lo avrebbe potuto e dovuto fare nel testo da lui licenziato. Ma tant’è.  Ora noi proponiamo che venga aggiunta una clausola che escluda i  frontalieri italiani in Svizzera dall’applicazione di questo testo, in quanto già  normati da un accordo tra Stati. Faremo tutte le iniziative parlamentari utili in tal senso, e facendo pressioni dall’ opposizione per far cambiare questa ulteriore norma penalizzante verso i nostri lavoratori.

NELLA FOTO Enrico Borghi

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