CAI: PER MONTAGNA E RIFUGI UNA STAGIONE ANOMALA MA CHE SI SALVA

CAI: PER MONTAGNA E RIFUGI UNA STAGIONE ANOMALA MA CHE SI SALVA
Il numero di novembre di Montagne360, rivista del Club Alpino Italiano, si sofferma su opinioni e bilanci relativi ad una estate anomala come quella del 2020 per quanto concerne montagna e rifugi, rilevando che tra l’impegno responsabile dei gestori e le criticità causate dai picchi di affluenza, hanno vinto capacità e responsabilità.   Il direttore della rivista Luca Calzolari osserva che la stagione, pur dovendo fare i conti con i protocolli sanitari, può considerarsi tutto sommato salva, tra guanti, mascherine, igienizzazioni continue, cibi d’asporto, pernottamenti in sicurezza (con capienza ridotta) e organizzazione delle prenotazioni (mai facili da pianificare).  Tra gli articoli dello speciale Rifugi: fotografia di una stagione anomala che danno spazio a molteplici voci, c’è anche in rappresentanza dei vertici del Cai  quello del vicepresidente generale dell’associazione, il verbanese Antonio Montani.   Emerge che, considerate le premesse, per la montagna l’estate scorsa è andata bene, con i gestori dei rifugi che si sono dimostrati caparbi, determinati e straordinariamente responsabili: hanno rispettato le regole nazionali, i protocolli sanitari e le raccomandazioni del Cai, con una notevole capacità di adattarsi con flessibilità al nuovo contesto e alle nuove modalità di lavoro che si sono dovute adottare.   I contributi evidenziano anche la necessità di riflettere sull’eccessiva affluenza registrata in molte aree nelle settimane centrali di agosto e durante i fine settimana. Un’affluenza caratterizzata, purtroppo in diversi casi, da una mancanza di cultura e di rispetto per i territori montani. Ciò richiama un ulteriore impegno del Cai nell’educare e insegnare a frequentare le Terre alte a un numero sempre maggiore di persone, a partire dalla scelta delle mete delle escursioni.
Nelle foto Antonio Montani, il rifugio Pian Cavallone e la rivista del Cai

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