Sulla questione sanità e ospedale il Comitato Salute Vco ha elaborato un nuovo comunicato con alcune considerazioni indubbiamente interessanti. Si potrà essere o non essere d’accordo, ma è un fatto che l’andamento della vicenda presta il fianco anche a valutazioni di questo tenore e solo il tempo ci dirà quanto esse siano fondate o meno.
Mano a mano che ci si allontana da quel fatidico 25 ottobre si delinea sempre più chiara la strategia del Presidente della Regione Alberto Cirio nei confronti della sanità del VCO. Non vuole costruire l’ospedale di Ornavasso, ma nemmeno quello annunciato a Domodossola. Non potendo prendere questa decisione alla luce del sole, Cirio ha pensato bene di crearsi un alibi rinfocolando rivalità storiche ormai sopite.
Del resto basta guardare ai fatti.
- Se il nuovo ospedale ossolano fosse una cosa seria, Cirio dopo tre mesi di “riflessione e di studio” si sarebbe presentato con un documento esaustivo sulle motivazioni della scelta annunciata, magari approvato dalla sua Giunta. Non l’ha fatto e si è presentato invece con delle “slide” molto generiche, illustrate da un balbettante e poco entusiasta assessore Icardi; nessuna copia di queste è stata distribuita. Il progetto presentato appare privo anche di alcune importanti specialità mediche, che invece oggi sono presenti nei due nosocomi.
- Si dice che Cirio abbia fama di moderato, ma quella sera – anziché cercare di sopire il malcontento ha strumentalmente soffiato sul fuoco, sfoderando una inopportuna aggressività e arrivando ad accusare il territorio di “immaturità”. E pensare che il VCO non era MAI stato così unito!
- Per drammatizzare ulteriormente lo scontro, lui che conosce bene gli strumenti legislativi, contro ogni regola ha nominato suo “proconsole” il Sindaco di Domodossola, incaricandolo espressamente di riunire i Sindaci dell’Ossola per decidere dove collocare il nuovo ospedale. Come ex Presidente della Provincia di Cuneo ha fatto finta di non sapere che anche nel VCO esiste la Conferenza dei Sindaci, che è l’unico organo autorizzato a prendere una decisione del genere.
Che succede ora?
Cirio può stare tranquillo e avrà buon gioco nel sostenere che, fino a quando il territorio non sarà unito, nessun ospedale sarà costruito. E, grazie a lui, il VCO continuerà a litigare e a manifestare per sostenere le proprie ragioni, senza concludere nulla. Quindi, sapeva molto bene cosa faceva! Questo “balletto” terminerà SOLO quando gli ossolani si accorgeranno di essere stati turlupinati. Il cinico “divide et impera” è sempre di moda. Intanto il San Biagio e il Castelli continueranno a vivere grazie alla generosità di medici e personale sanitario, impegnati a dare il miglior servizio sanitario possibile al territorio, malgrado le forti carenze di personale.
Quanto potrà durare?
Se, come si prevede, la mobilità passiva aumenterà a scapito delle attività ospedaliere locali, è evidente che diminuirà anche la sicurezza. Le norme di legge in proposito sono chiare e la chiusura dei reparti che non raggiungono lo standard minimo di sicurezza è solo dietro l’angolo.
Ma ci meritavamo tutto questo, proprio quando qualcosa cominciava a cambiare?