Negli ultimi giorni ha suscitato discussioni e polemiche a non finire la questione delle croci di vetta, di cui si è messa in dubbio l’opportunità fino a ipotizzare la rimozione di queste testimonianze delle cime dei monti. Sull’aargomento è stato chiamato in causa anche il Club Alpino Italiano ed oggi è giunto un comunicato del presidente generale del Cai, il verbanese Antonio Montani, proprio per chiarire la posizione del sodalizio: Non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci di vetta in alcuna sede, tantomeno prendendone una posizione ufficiale. Quanto pubblicato è frutto di dichiarazioni personali espresse dal direttore editoriale Marco Albino Ferrari durante la presentazione di un libro. Personalmente, come credo tutti quelli che hanno salito il Cervino, non riesco ad immaginare la cima di questa nostra montagna senza la sua famosa croce. Voglio scusarmi personalmente con il Ministro per l’equivoco generato dagli articoli apparsi sulla stampa e voglio rassicurare che per ogni argomento di tale portata il nostro Ministero vigilante sarà sempre interpellato e coinvolto.
Meglio così. Di questi tempi bisogna essere in trincea per difendere i simboli della nostra cultura.
Anche Paolo Mieli ha detto che, da appassionato di montagna, simili castronerie non trovano alcun fondamento. Inoltre, quando si arriva in cima, appeso alla croce di solito c’è un libricino dove poter scrivere qualcosa. Ad ogni modo, credo che sia stata solo una trovata infelice da parte dell’autore del libro a scopo pubblicitario.
argomentando di tal guisa, dovremmo togliere anche le bandiere nazionali dai Poli, dalla Luna….