DA MARCHIONINI PROPOSTE PER “RIFONDARE” TROBASO

La frazione di Trobaso in una foto di Daniela Colosio.

La candidata sindaco nelle primarie del Pd Silvia Marchionini prosegue il suo tour a contatto con la popolazione delle varie frazioni cittadine puntando i fari su  Trobaso. In quanto località caratterizzata da un forte insediamento popolare e operaio, essa ha subito dalla crisi industriale un progressivo e inarrestabile declino di cui una delle più evidenti testimonianze è la situazione di via della Repubblica, oggi in stato di totale abbandono e priva delle numerose attività commerciali che la animavano. Tali condizioni inducono la candidata a manifestare per la frazione l’esigenza di una sorta di “rifondazione”  e ad elaborare al riguardo le proposte contenute nel seguente documento:  Tre decenni fa venne proposto come misura preventiva alla crisi la trasformazione di via San Pietro, dalla piazza alla chiesa, in un luogo di attrazione proponendo la costituzione di una “ruga” o “contrada” della frazione trobasese. Questa intuizione, tralasciata nel tempo, può essere riproposta come elemento trainante della via principale di Trobaso, che necessita di una disciplina del traffico (controllo della velocità innanzitutto, che interessa anche la via Renco). Si propone un ruolo dell’Amministrazione comunale per individuare attività (di servizio, tempo libero, artistiche e/o commerciali di qualità innovativa, da inserire nei locali sfitti della via: la negoziazione, e la firma del contratto di insediamento potrebbe avere il Municipio come garante così da rendere simbolicamente evidente il contrasto agli immobili vuoti. L’Amministrazione dovrà farsi carico di un’opera di convincimento presso i proprietari per affitti più equi, che, in una prima fase potrebbero essere calmierati dal Comune (con recupero successivo). Esiste in città una esperienza di esposizioni artigianali a Madonna di Campagna che può fornire suggerimenti preziosi. Vi è la necessità di collegarsi, oltre la nostra città, con valide esperienze nel settore, quali ad esempio l’associazione “L’artigianato in fiera” che raccoglie a Milano ben 3.000 espositori/produttori, da assumere come modello (dura da 17 anni) e imitarne le fattibili applicazioni. Altre idee da realizzare nel tempo sono: – Parco della storia in via Scavini (la strà liscia): in accordo con il Museo del Paesaggio, che può continuare la consulenza, vi venne trasportato il busto di Garibaldi, tolto da decenni dall’inizio del corso omonimo. Si può continuare con iniziative analoghe e istituire visite guidate delle scuole cittadine e limitrofe oltre alla promozione della cultura popolare svolta dalla Soms; – prolungamento della ciclabile dal parco della Gera al ponte del Plusc che va utilizzato come stazione di partenza del sistema bike-sharing.: – p er “Trubas da suta” un progetto di arredo urbano; – le piccole manutenzioni con  asfaltatura in via Martiri di Pogallo, cordoli in via Battaglione Intra, pulizia tombini e potenziamento dell’illuminazione pubblica, anche nel “nuovo parcheggio” di via Cuboni, che non solo non ha risolto la richiesta di posti auto ma ha “mutilato” un parco giochi, un’area verde esterna alla scuola Bachelet, che era una splendida realtà. Uno dei luoghi vitali è il centro sociale di Renco, sede dell’Auser: non vi è dubbio che senza questo riferimento la socialità, (e il “fare comunità” è uno dei capisaldi della programmazione di fondi pubblici) ne sarebbe impoverita. Pertanto la possibile collocazione, che aleggia come “voce”da qualche mese,  della farmacia comunale rappresenta solo una soluzione tecnico-funzionale che non può essere condivisiva: crediamo che altre strutture siano pensabili senza sacrificare una “ricchezza” costruita in 40 anni di attività e attaccamento (anche nelle opere volontaristiche) che vengono svolte dai residenti.

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  1. condivido l’idea di Marchionini. Si potrebbe anche pensare a una via Repubblica a senso unico, realizzando così i marciapiedi da entrambi i lati della strada che aiuterebbero a rallentare il traffico automobilistico, a ridurlo e a creare le condizioni perchè i residenti possano realmente vivere il proprio quartiere, più spazio pedonale = più benessere, più socialità e maggiori possibilità economiche di piccole attività che potrebbero riaprire, finalmente. Sono d’accordo anche con l’idea di mettere il comune di garante degli affitti, si potrebbe infatti studiare una formula dove comune, banche e assicurazioni, creino un modello di contratto agevolato per chi vuole aprire nuove attività, che permetta chi affitta di avere una garanzia aggiuntiva e dall’altro lato, l’affittuario possa avere una riduzione dei costi dell’affitto. Stesso discorso si potrebbe fare anche per le unità abitative, per gli appartamenti sfitti che potrebbero attirare nuovi residenti, avendo come supporto una garanzia pubblica che aiuti chi entra e garantisca chi affitta.

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