DIPENDENTE DELLA PROCURA DI VERBANIA CONDANNATA PER TRUFFA AGGRAVATA

DIPENDENTE DELLA PROCURA DI VERBANIA CONDANNATA PER TRUFFA AGGRAVATA

Nel giugno 2017 i Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Verbania, coordinati dal Procuratore Capo Olimpia Bossi, hanno avviato un’indagine nei confronti di un operatore giudiziario, S. G. classe 1957 della provincia di Brindisi, in servizio proprio nella stessa Procura di Verbania, a seguito di anomalie circa una lunga assenza dal servizio della stessa, dal luglio 2014 al giugno 2016, ufficialmente per assistere la madre invalida convivente, accedendo al congedo retribuito, e successivamente proseguendo l’assenza dal servizio per oltre un anno, sino a dicembre 2017, per malattia.    Le indagini hanno permesso di accertare che in realtà, non solo la madre non aveva convissuto continuativamente per tutti i due anni di permesso retribuito con la dipendente, ma solamente per limitati periodi di tempo,  ma anche che la stessa, pur risultando assente per malattia, gestiva di fatto un’attività ricettiva di tipo alberghiero (b&b) in località Ostuni, percependo illegittimamente lo stipendio sia per il periodo di congedo retribuito per assistenza, sia per il periodo di malattia, con un danno quantificato in circa 55.000 euro (comprensivi di danno morale per il Ministero).    Le complesse indagini svolte dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria con la collaborazione dei Carabinieri della Stazione di Arona, anche mediante l’utilizzo di attività tecniche, nonché l’analisi dei flussi dei messaggi postati sui social dall’indagata per pubblicizzare il b&b ad Ostuni, hanno permesso di raccogliere elementi decisivi per accertare la penale responsabilità dell’operatore giudiziario.   Lo scorso 26 ottobre 2020 si è tenuta l’udienza davanti al Gup di Verbania e l’imputata è stata condannata, con rito abbreviato, a 3 anni di reclusione e 800 euro di multa per truffa aggravata in danno dello Stato, con conseguente ristoro dei danni per 55.000 euro, di cui 35.000 già versati. Al fine di garantire la piena restituzione dell’importo stabilito dalla condanna,  è stata inoltre disposta la confisca per equivalente di un immobile di proprietà della stessa.

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