Siamo cittadini di Suna interessati all’operazione che lo scorso mese di novembre ha portato alla esumazione delle salme di nostri parenti da un intero campo del cimitero. Per lo svolgimento dell’operazione ciascuno di noi ha versato circa 400 euro e confidavamo in un sollecito completamento di tutte le formalità connesse al servizio con l’incenerimento dei resti mortali e la consegna delle polveri ai parenti. Invece sono passati tre mesi e tutto resta bloccato con nostro estremo disappunto. L’aspetto doloroso e angosciante della situazione deriva dal sapere che i resti dei nostri cari per tutto questo tempo restano contenuti in sacchi di rifiuti ammucchiati l’uno sull’altro al cimitero anziché avere una fine dignitosa. Qualcuno ci dice che manca il tempo per l’incenerimento, ma se è davvero così, perché le salme non vengono esumate singolarmente portando a termine man mano ogni operazione per evitare di andare incontro a queste conseguenze? In ogni caso riteniamo il protrarsi della attuale situazione intollerabile e confidiamo in una sollecita soluzione del problema.
E’ questa la protesta di cittadini di Suna che non cade nel vuoto poichè giunge subito la risposta del sindaco Silvia Marchionini: I familiari delle 38 persone interessate riceveranno una comunicazione in cui si spiega che il ritardo, scusandoci, è dovuto ad un aumento delle cremazioni, la chiusura di altri impianti e quindi la forte domanda su Verbania (struttura che più di 6 cremazioni al giorno, di cui solo 2 di resti, non può fare). Viaggiamo su 6 su 6 giorni per sopperire. Realisticamente ci vorranno 3 settimane per tornare alla normalità. Dei resti da esumazioni a Suna attualmente 12 sono presso il forno crematorio, 26 restano in giacenza presso il cimitero sunese.