IL CONCERTO DEL CORO POLIFONICO SAN VITTORE PER LA PATRONALE

IL CONCERTO DEL CORO POLIFONICO SAN VITTORE PER LA PATRONALE

Anche il Coro Polifonico San Vittore diretto da Riccardo Zoja come tradizione presenta il proprio concerto per la Festa Patronale,  eseguendo lo Stabat Mater di Gioachino Rossini per soli, coro e pianoforte il 13 maggio alle ore 21.15 presso la Basilica dedicata al Santo Patrono.  Soprano Laura Scotti, mezzosoprano Raffaella Angeletti, tenore Massimiliano Pisapia,  basso Oliviero Pari, pianoforte Alberto Magagni. L’evento sarà una ulteriore occasione per ammirare gli interni della Basilica recentemente sottoposti ad un restauro radicale che ne ha portato alla luce tutto il concentrato di testimonianze d’arte, impegno, storia e fede. Ingresso a offerta libera. Di seguito una nota descrittiva del brano eseguito, redatta dal direttore artistico Riccardo Zoja.

 

Nello storico e fondamentale trattato di L. Rognoni dedicato a G. Rossini (1956), si legge, tra l’altro, su “Stabat Mater” che quando, nel 1831, il Maestro giunse in Spagna ove fu accolto trionfalmente, a fronte della insistenza dell’arcidiacono della cattedrale di Madrid Don Manuel Fernandez Varela, nel commissionargli la composizione del testo duecentesco della sequenza di Jacopone da Todi, egli “rammentava di aver un giorno ascoltato a Napoli lo Stabat di Pergolesi e di aver concluso che, dopo quella sublime pagina, nessuno avrebbe mai potuto arrischiarsi a mettere ancora in musica quel testo: e tanto meno lui. Ma finì col cedere alle insistenze. Il problema religioso doveva ora assumere in Rossini un valore determinante nel suo rapporto con la musica…”. È ampiamente noto il travaglio che contrassegnò la composizione di Stabat, che si protrasse per circa dieci anni e fu contrassegnata da complesse vicende, anche di diritti di autore, ma che si concluse con la produzione di un capolavoro che sintetizza integralmente una vita di genio: un’opera in “posizione autobiografica” che “attraverso il sentimento religioso, nella crisi patologica e spirituale che affligge Rossini, dà, per un istante, al musicista la possibilità di ritrovare se stessa e la rinata fiducia nell’impegno della creazione artistica”.

Dopo la trionfale prima del 7 gennaio 1842 a Parigi seguì la famosa esecuzione di Bologna diretta da G. Donizetti che fu una sorta di celebrazione della gloria del Maestro pesarese.

La versione per pianoforte che sarà proposta rappresenta un’indubbia perla nella storia dell’opera trattandosi della prima riduzione ufficiale pubblicata presso le edizioni musicali Brandus a Parigi nel 1853 con l’approvazione del suo Autore. Le edizioni Brandus, fondate nel 1846 ed attive sino al 1971 (quando sono state acquisite da una Società del Regno Unito) ebbero un ruolo di primo piano nel panorama musicale europeo pubblicando compositori come Auber, Liszt, Chopin, Mendelssohn, Bellini, Donizetti. La prima edizione per canto e pianoforte dello Stabat Mater di Rossini ha rappresentato la premessa tipografica di tutte le edizioni successive e ne motiva il grande interesse.

Tutta l’ opera è trattata in modo fedelissimo e puntuale rispetto all’originale orchestrale e tutti i suoi contenuti vi sono rappresentati magnificamente. Si conoscono bene tutte le recensioni che videro accusare questo capolavoro di espressioni stilisticamente troppo vicine al melodramma per un testo sacro: ma è altrettanto ben evidente l’inconsistenza di questa critica che il poeta Heinrich Heine stigmatizzò affermando come molti “piagnucolosi criticastri” trovassero “troppo mondano” lo stile non comprendendo la “terribile potenza di dolore sublime” che schiaccia ogni stile “ammantando il più possibile di fiori il terribile che trabocca dalla Passione di Cristo” temperando “la sanguinante serietà con la giocosa tenerezza”.

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