Continuano a tenere banco proposte, discussioni e interventi che riguardano la piana del Toce. Italia Nostra lamenta il silenzio in cui viene lasciato dagli enti istituzionali e dagli organi di informazione il progetto strategico per il riuso della Cascina del Piano Grande di Fondotoce a favore del Parco Nazionale Val Grande, condiviso da un ampio ventaglio di associazioni. Nel progetto si ravvisa l’opportunità, collegata all’entrata di Verbania nei confini del Parco Val Grande, perché venga individuato il sito storico della suddetta Cascina, grazie alla sua ottimale posizione territoriale, quale centro di visita, di promozione, di informazione, didattico, logistico e dei servizi turistici, amministrativi e direzionali del Parco Nazionale, attraverso l’acquisizione e il successivo recupero architettonico e funzionale delle superstiti strutture testimoni delle attività rurali già un tempo insediate. Inoltre in tale sede potrebbero trovare un loro spazio “espositivo” anche tutte le altre aree protette presenti entro i confini della Provincia, dalle aree protette dell’Ossola, alla limitrofa riserva di Fondotoce e ai Sacri Monti.
Intanto sta procedendo l’iter del ricorso al Tar avverso la costruzione della nuova pista per bmx e mountain bike nonché percorso da “pump track” nella piana di Fondotoce lungo il canale, dove i lavori proseguono dopo l’approvazione dell’amministrazione comunale. Italia Nostra rileva che dall’esame delle carte è emerso che il progetto della pista non solo sarebbe in contrasto con le prescrizioni del PPR, ma anche rispetto allo stesso Piano Regolatore di Verbania. Infatti quell’area, dove sono in corso i lavori per la costruzione della pista bmx, sarebbe stata infatti destinata a ben altro, cioè ad essere parte del sistema del verde della città di Verbania e nello specifico a diventare un parco fluviale per ampliare il carattere naturalistico della piana. Scrive Italia Nostra: Se così è vero, la domanda che ci poniamo è questa: un parcheggio auto per circa 250 posti, l’alterazione delle caratteristiche morfologiche del sito, la costruzione di una pista in rilevato sino a 5 metri sulla quota di campagna costruita da una distanza di pochissime decine di metri dal canale naturale, uno sviluppo ad anello della pista di circa 350 metri di lunghezza per una larghezza variabile dagli 8 ai 10 metri, due nuovi edifici di servizio ed una pista per scuola bici, se tutto ciò, ripetiamo la domanda, sia coerente con il piano regolatore di Verbania che lì aveva previsto un parco fluviale o invece si sia andati ben oltre, consegnando, a mani basse, l’area alla società Malù perchè ci facesse tutto quello che desiderava. Lasceremo che siano i giudici amministrativi a decidere, mentre quello che possiamo fare qui è lamentare che le istituzioni preposte a presidiare le regole che loro stesse si sono date, poi siano quelle che le disattendono. Il Sindaco di Verbania, a cui va tutta la nostra simpatia, non può tacere in eterno o limitarsi a dire che non vede il problema. Purtroppo il problema si vede.