Accertamenti ed indagini in collaborazione con la Polizia svizzera, hanno consentito alla squadra Mobile di individuare e denunciare a piede libero uno dei soggetti ritenuti responsabili di una serie di truffe ad anziani avvenute a Verbania lo scorso autunno. Il 19 settembre scorso una donna di 85 anni si era presentata presso gli uffici della Questura riferendo di essere stata avvicinata, mentre passeggiava in viale S. Giuseppe , da due uomini di circa 50 e 30 anni a bordo di una utilitaria bianca. Il passeggero dell’auto instaurava una conversazione con la donna asserendo di essere un commerciante di prodotti informatici, amico del figlio della donna e che doveva consegnare per conto di quest’ultimo un computer del valore di 60 euro. La donna riferiva di non avere con sé quella cifra e pertanto, completamente in balìa di quegli sconosciuti che millantavano di conoscere il figlio della donna addirittura citando il suo nome di battesimo, saliva a bordo dell’auto facendosi accompagnare presso la sede della Banca Intesa di corso Cobianchi per prelevare il denaro necessario. A prelievo ultimato saliva nuovamente a bordo dell’autovettura consegnando il denaro ad uno dei due uomini. A questo punto la donna riceveva sul proprio cellulare una provvidenziale telefonata da suo nipote, così i due uomini, repentinamente, la facevano scendere dall’auto allontanandosi a gran velocità. Il giorno successivo analoga denuncia veniva presentata da una donna di 75 anni. I due episodi posti in essere dagli stessi soggetti venivano analizzati per la loro ricostruzione e per l’individuazione di elementi utili all’identificazione degli autori. Gli accertamenti sulla valigetta consegnata all’ultima delle vittime in cambio di ben 1.300 euro non davano esito quanto a tracce biologiche e dattiloscopiche, pertanto venivano acquisite testimonianze da persone che si trovavano sul percorso effettuato dai truffatori e delle stesse vittime chiamate a riferire ulteriori particolari relativi. In seguito, confrontando la casistica dei reati contro il patrimonio perpetrati al di qua ed al di là del confine svizzero, in collaborazione con il Centro di Cooperazione di Polizia e Dogana di Chiasso, personale della Squadra Mobile della Questura constatava che numerosi fatti analoghi (ben sei) erano accaduti nel Canton Ticino ed a Losanna. Anche qui gli investigatori erano sulle tracce di due uomini che agivano a bordo di un’utilitaria bianca avendo identificato uno di loro attraverso il DNA rilevato su un plico consegnato alle vittime che, successivamente, lo avevano riconosciuto come autore di almeno cinque episodi analoghi. Si tratta di un italiano di circa 30 anni, D.C.D., originario del napoletano, non nuovo ad episodi di truffe in danno di anziani anche in altre province del Norditalia. Riconosciuto anche dalle vittime verbanesi, è stato deferito in stato di libertà alla competente autorità giudiziaria.
L’attenzione della Polizia è molto alta riguardo a tale genere di reato, ritenuto particolarmente odioso in quanto colpisce le fasce più deboli della popolazione.