L’ANDAMENTO DI IMPRESE E LAVORATORI DEL TERZIARIO NEL VCO

L’ANDAMENTO DI IMPRESE E LAVORATORI DEL TERZIARIO NEL VCO

Questa mattina presso la sede dell’Ente Bilaterale Turismo in via Canna, Confcommercio Alto Piemonte ha presentato l’indagine semestrale del Centro Studi sul Terziario del Piemonte Nord condotta dal professor Alessandro Minello, docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che fotografa la situazione delle imprese e dei lavoratori del Terziario della provincia del Vco. Il difficile processo di adattamento competitivo, l’evoluzione della domanda di lavoro, la debole ripresa della fiducia nel futuro sono tra gli argomenti al centro dell’analisi, di cui pubblichiamo la sintesi in riferimento al Verbano Cusio Ossola.

 

Al 31 dicembre 2022 le aziende attive localizzate nella provincia del Verbano Cusio Ossola erano 14.815, 9.876  delle quali operanti nel terziario (il 18.3% di quelle presenti in questo settore in tutto il Piemonte Nord). Nonostante  il timido dinamismo rilevato nel corso del primo semestre 2022, il tessuto imprenditoriale terziario nei dodici mesi  ha mostrato una flessione del -0.8%, corrispondente a -78 unità locali. Come emerso anche per la provincia  di Novara, la contrazione va ricondotta all’andamento delle sedi principali, in flessione del -1.5% (-109 unità),  mentre sono risultate in aumento su valori simili (una quindicina) sia le unità secondarie con sede in provincia sia  quelle con sede fuori provincia.  

Come rilevato per l’intera area del Piemonte Nord circa la forma giuridica, sono calate le imprese individuali (-2.7%, pari a -131) e le società di persone (-1.1%, ovvero -23), cui si aggiunge la categoria “Altre forme” (-2.1%,  ovvero -9). Allo stesso tempo, hanno continuato a registrare un vivace incremento le società di capitali (+3.3%,  ovvero +85). Nonostante il trend in atto ormai da qualche anno, anche nel Verbano Cusio Ossola restano  prevalenti le forme individuali, che rappresentano il 48.7% del totale, seguite dalle società di capitali e dalle  società di persone, con un’incidenza rispettivamente del 26.7% e del 20.4%; chiudono le altre forme (4.2%),  quota questa lievemente più alta rispetto a quelle registrate nelle altre province del Piemonte Nord.  

Da un punto di vista settoriale, alla crescita di attività imprenditoriali avvenuta nel corso del 2022 nei servizi  (+1.2%), si è contrapposto il calo del commercio (-2.7%, ovvero -107 unità) e, pur in maniera ben più limitata,  quello del turismo (-0.6%, 14 unità); per il commercio, la riduzione emerge anche dall’esame del trend 2018- 2022 (-6.4%), mentre servizi e turismo mostrano una dinamica positiva in tale periodo (rispettivamente pari a  +3.3% e +3.1%).  

Relativamente al commercio, l’ingrosso vede un calo dello stock pari al -3.1% (-30 unità) rispetto al 31 dicembre  2021, mentre gli esercizi al dettaglio cedono il -2.8% (corrispondente a ben -71 unità), in linea con il trend  complessivamente negativo avviatosi negli scorsi anni; non di meno, hanno perso terreno anche le “Altre attività  commerciali” (-1.4%). Sul bilancio negativo del “Dettaglio” ha pesato soprattutto il comparto “Moda-Fashion”  (-4.3%), seguito da quello “Alimentare” (-3.2%). Il settore turistico del VCO, dopo la ripartenza del 2021, ha  segnato una battuta d’arresto nel corso del 2022 (-0.6%), sintesi di un bilancio che ha visto, da una parte, un  aumento di “Alberghi e strutture ricettive” (+2.9%, quindi +13 in valore assoluto), dall’altra, un decremento dei  “Bar e attività di ristorazione” (-1.7%, pari a -26 unità) e, pur in minima parte, delle “Altre attività turistiche” (-0.3%,  -1). Lo stock al 31 dicembre 2022 contava comunque 2.338 unità locali attive nel VCO. Da ultimo, relativamente  ai servizi, nel 2022 sono cresciuti su ritmi simili i “Servizi alla persona” (+2.7%, +30 unità) e i “Servizi alle imprese”  (+2.5%, +22), mentre hanno frenato al -0.5% le “Altre attività di servizi”.  

Dal punto di vista occupazionale, l’area del Vco ha registrato un aumento della domanda di lavoro nella misura  del +4.8% (ovvero +1.101 in valore assoluto) rispetto al 2021, arrivando a coprire il 19.0% dei contratti attivati in  Piemonte Nord nell’anno, per un totale di 23.966 avviamenti nel complesso del sistema economico provinciale.  Le sole aziende terziarie del territorio hanno promosso l’avviamento di ben 20.302 nuovi rapporti di lavoro  (+8.2%), con una maggior propensione all’assunzione di personale femminile (58.1%) e di nazionalità italiana  (82.1%); si conferma comunque molto vivace (+17.0% su base annua) la domanda per personale straniero. Circa  la fascia d’età, i giovani fino a 34 anni hanno raggiunto quota 49.2%, incidenza analoga a quella della categoria  35-64 anni.  

Nel 2022 i servizi, come nelle altre province del quadrante, si sono rivelati il comparto che ha originato le richieste  più numerose di forza lavoro, assicurando il 46.7% degli avviamenti terziari (con un apporto complessivo di 9.475 nuovi contratti) e superando così il 44.0% rappresentato dal turismo. Il commercio non va oltre al 9.3%  degli avviamenti nel terziario provinciale, nonostante presenti una crescita su base annua del +18.1%, vista  la performance favorevole rilevata sia nell’“Ingrosso” (+15.4%), sia nel “Dettaglio” (+20.9%) che, pur in misura  minore, nelle “Altre attività commerciali” (+7.0%). Nel caso dei servizi, l’aumento è stato pari al +2.1% (+196  avviamenti rispetto allo stock al 31 dicembre 2021), mentre il turismo ha registrato una crescita pari al +13.4%  (+1.053). Tra i servizi, hanno evidenziato il miglior tasso di sviluppo le “Altre attività di servizio” (+9.6%), seguite  dai “Servizi alle imprese”, in aumento del +5.2%; di contro, nel caso dei “Servizi alla persona” si è rilevata una  lieve flessione del -0.5%. Il turismo ha mostrato un aumento delle attivazioni contrattuali in tutti e tre i segmenti:  “Alberghi e strutture ricettive” +18.9%, “Bar e attività di ristorazione” +10.0%, “Altre attività turistiche” +25.4%.  

Anche nel Vco, la forma contrattuale più ampiamente utilizzata ai fini dell’assunzione nel terziario è stata  quella del tempo determinato (60.3%); segue poi la formula più tipica del settore turistico, ovvero il contratto  intermittente a quota 15.2% (incidenza superiore rispetto a quella delle altre province del Piemonte Nord). Le  variazioni positive più sostenute, pari al +33.0% e al +25.8%, hanno caratterizzato rispettivamente il contratto  di apprendistato e quello a tempo indeterminato. Sono risultati in flessione invece, oltre al lavoro domestico  (-21.9%), anche il somministrato (-14.2%) e l’intermittente (-8.5%). 

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