Il decreto firmato ieri dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, nomina Luigi Spadone nuovo presidente del Parco Nazionale Val Grande. Succede a Massimo Bocci dopo il quinquennio di presidenza e oltre un anno come commissario straordinario ed è una nomina che fa seguito ad un lungo un braccio di ferro e nonostante la 13ª Commissione territorio, ambiente e beni ambientali del Senato a dicembre avesse espresso parere contrario, mentre non è arrivato il parere della Commissione della Camera. Contro la nomina di Spadone si era espresso il centrosinistra favorevole alla riconferma di Bocci come i sindaci dei Comuni del Parco. La Regione Piemonte aveva invece sostenuto la candidatura di Spadone e ora nel decreto ministeriale si fa riferimento al ripristino dell’ordinaria funzionalità degli organi dell’Ente Parco e alla cooperazione istituzionale con il raggiungimento dell’intesa con la Regione Piemonte sul nominativo di Spadone.
Le polemiche che avevano accompagnato a lungo la vicenda non cessano neppure dopo la nomina: La nomina del nuovo Presidente del Parco Val Grande non sostenuta dal territorio rappresenta l’ennesimo schiaffo dalla Regione Piemonte al Vco, si legge in un comunicato della segreteria provinciale del Partito Democratico. Esso prosegue osservando che la nomina è stata indicata e supportata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio senza un confronto con i Sindaci del territorio: Non si è capita la motivazione di questa ostinazione su un nome già oggetto di valutazioni negative dalle commissioni parlamentari e senza tener conto di pareri espressi dalla stragrande maggioranza dei Sindaci e dalle associazioni, che indicavano la conferma del presidente uscente Bocci. La scelta rappresenta un sorprendente errore per non aver riconosciuto la validità di un lavoro delicato e significativo, che ha portato il Parco ad ampliarsi su cinque comuni (a partire da Verbania). Un proficuo lavoro al di là delle logiche di appartenenza, in contrasto con scelte figlie di logiche partitiche anzichè di merito.
Toni analoghi in un intervento del segretario del Partito Comunista Italiano Vco, Claudio Maulini: Alla fine le logiche spartitorie di Roma e la volontà della Regione Piemonte di scegliere lei il nome del Presidente del Parco Nazionale Val Grande hanno prevalso sulle scelte e le indicazioni che provenivano dai territori interessati, dai Comuni del Parco, dal buon senso delle genti della montagna. È ora di finirla con le scelte calate dall’alto e che vedono soprattutto la Regione Piemonte prendere decisioni senza ascoltare le comunità locali.
Quindi dobbiano essere felici delle scelte del ministro……..che non tiene conto delle richieste del Territorio ma solo opportunismo politico non di qualità di merito ma di partito e di “volessemo bene” con la regione.
N.B. ministro e regione sono volutamente sritte in minuscolo, non é un errore.
sempre meglio del commissariamento ad vitam….