MARCHIONINI: SI ALLA FUSIONE DI ACQUE NORD, MENO POLTRONE E PIU’ INVESTIMENTI PER I CITTADINI DEL VERBANO. CRITICHE INFONDATE

Silvia Marchionini

La candidata sindaco alle primarie del Pd Silvia Marchionini interviene sulla fusione di Acque Nord in Acqua Novara Vco, prevista nell’Accordo di Programma sottoscritto da 137 Comuni delle province di Novara e del Vco, al fine di costituire il “Gestore Unico d’Ambito”, ovvero una società pubblica per gestire in modo efficiente il servizio idrico integrato nei comuni aderenti:  Il programma aziendale risponde ai dubbi avanzati dalle organizzazioni sindacali nella scorsa settimana prevedendo la salvaguardia di tutti i posti di lavoro, l’ottimizzazione della gestione tramite l’eliminazione di doppioni e l’internalizzazione di attività attualmente affidate in esterno (consulenze, manutenzioni, ecc.) e il mantenimento delle sedi operative di Verbania, Gravellona Toce e Pieve Vergonte. I bilanci 2010-2012 e pre-consuntivi 2013 dimostrano che il processo di concentrazione societario avvenuto nell’ATO n.1 ha prodotto realmente le “economie di scala”: i costi di gestione si sono ridotti di oltre 2 milioni di euro. Per contro, Acque Nord ha registrato, nello stesso periodo, un incremento dei costi di gestione di oltre 1 milione di euro. Con le tariffe attuali Acque Nord potrebbe effettuare, in proprio, lavori per circa 500.000 euro/anno. Acqua NovaraVco, dal 2008 ad oggi, ha investito nel Verbano il quintuplo: oltre 15 milioni di euro.

Senza la fusione cosa accadrebbe ? Acqua Novara-Vco dovrebbe cedere ad Acque Nord le opere sin qui realizzate, per pagare le quali e per poter realizzare gli investimenti che servono al territorio, dovrebbe richiedere incrementi tariffari, ovvero, costi insostenibili per i Comuni, Verbania in testa, e i cittadini. La maggioranza dei sindaci soci di Acque Nord è favorevole alla fusione (la votazione del 24/10/2013, è stata ratificata il 5 dicembre dall’assemblea novarese) in quanto finalizzata alla nascita di un attore forte nel settore idrico regionale che consentirà di traghettare Acque Nord da una gestione di tipo politico ad una prettamente industriale. L’attuale presidente di Acque Nord, nel dichiararsi contrario adducendo una “fumosa” tutela del territorio, intende in realtà difendere molto concreti interessi personali. Sotto la sua direzione, nella doppia veste di presidente sia di Acque Novara Vco e Acque Nord, i costi della società sono inspiegabilmente aumentati dal 2010 ad oggi di oltre un milione di euro, che i cittadini hanno pagato attraverso un ingiustificato aumento delle tariffe.  Con la fusione, si può avviare un percorso virtuoso che non solo permetterà di consolidare, come già avvenuto in altre realtà, le economie di scala fin qui raggiunte, ma si potranno anche eliminare gli sprechi. Questo significa creare le condizioni affinché Verbania possa riconquistare la sua, legittima e necessaria, funzione sovracomunale che le compete, nella definizione delle linee strategiche e degli investimenti per il futuro. Le notizie diffuse nei giorni scorsi sulla chiusura delle sedi operative del Vco ed il trasferimento del personale a Novara e Borgomanero, sono quindi prive di fondamento. Appaiono invece, come un meschino tentativo di fare del terrorismo psicologico, per coinvolgere i dipendenti della Società, nella sua lotta personale. Va detto chiaramente, invece, che questa fusione consentirà di potenziare le attuali sedi e di promuovere, come la storia dei servizi pubblici verbanesi (Spv) dimostra, la politica del merito, liberando il campo da personaggi di scarso spessore professionale nominati solo in virtù di un’appartenenza politica.

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