Nell’ambito dell’attività di contrasto dello spaccio di sostanze anabolizzanti e dopanti, nel giugno 2016 personale del Commissariato di PS Omegna e della Sezione di PG dei Carabinieri Verbania, coordinati dal sostituto procuratore Sveva De Liguoro, hanno avviato una complessa attività di indagine che ha portato ad un primo sequestro di sostanze dopanti a casa di due culturisti di Verbania. Dall’esame dei cellulari in uso ai primi due indagati sono emersi collegamenti con un preparatore atletico di una nota palestra di Verbania, il quale richiedeva farmaci dopanti da commercializzare, e con un altro soggetto domiciliato nei pressi del Lago di Garda, preparatore atletico e body builder, attualmente ristretto in carcere per omicidio. Nel corso delle indagini è emerso che alcuni degli indagati producevano dei video-tutorial che mettevano online sul web al fine di consentire ai “clienti” di utilizzare correttamente le sostanze per ottenere i risultati migliori, mettendo chiaramente a rischio la salute delle persone che si rivolgevano a questo mercato illecito.
Nel dicembre 2016 sono state eseguite perquisizioni domiciliari, anche a carico di vari acquirenti, le quali hanno portato al sequestro di numerose ulteriori sostanze dopanti, analizzate da Alberto Salomone del centro antidoping di Orbassano che ne ha confermato i principi attivi dopanti e che ne ha inquadrato l’appartenenza alle classi S1 (steroidi anabolizzanti) S2 (ormoni, fattori della crescita ed analoghi), S4 (ormoni e modulatori metabolici) e S5 (diuretici ed agenti mascheranti), tutti proibiti “in e out of competition”. Le ulteriori indagini hanno portato ad identificare un culturista verbanese come spacciatore di sostanze dopanti.
Nel mese di febbraio tutti gli indagati sono stati condannati dal GUP di Verbania, Elena Ceriotti, con rito abbreviato, perché responsabili ai sensi dell’art. 586 bis del Codice Penale “Utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”.
