Nel dibattito a forti tinte acceso dal piano Ires con particolare riferimento alle sorti dell’Ospedale Castelli, si iserisce anche il Comitato a difesa dei tre Ospedali del Vco e della Sanità Pubblica , ribadendo il convincimento che un ospedale unico non può rappresentare la soluzione adeguata per la provincia montana del Vco e ritenendo il piano Ires, contenente principi e osservazioni apprezzabili , una base di discussione utile per un riassetto funzionale della sanità nel Vco. Si ritiene però pregiudizialmente necessario che l’ambizioso progetto delineato debba essere realizzato tenendo conto di una maggiore razionalizzazione dei costi e degli investimenti atti a sviluppare tutti i servizi sanitari, sia ospedalieri che territoriali, tra loro coordinati ai fini della funzionalità del servizio. Pertanto, con l’obiettivo di non penalizzare alcuna zona della Provincia, il Comitato riconsidera nel lungo e articolato comunicato seguente soluzioni più adeguate alle esigenze della popolazione del Vco:
Il Piano Ires parte dal presupposto che i servizi sanitari siano oggi sbilanciati verso la zona Sud Est. Tale convincimento va riconsiderato. Se è pur vero che alcuni servizi e i posti letto sono più concentrati nella zona Sud est, per la presenza di strutture private convenzionate con la Regione , è tuttavia innegabile che per altri servizi sanitari essenziali intraospedalieri la zona Ossola è meglio servita. Basti qui ricordare Neurologia e Centro Stroke, Emodinamica, Oculistica, Otorinolaringoiatria, Urologia e tra i servizi diagnostici la RMN tutti esclusivamente collocati al San Biagio.
Proporre di concentrare 250 posti letto all’Ospedale Nuovo di Domodossola, con un bacino di utenza di circa 60.000 abitanti ,con tutti servizi ivi concentrati, rappresenta uno squilibrio insopportabile per la zona Sud Est della provincia che conta un bacino di utenza di oltre 100.000 residenti e subisce l’80% dell’impatto di 3.000.000 di presenze turistiche annuali.
E’ innegabile la necessità e la funzione strategica dell’Ospedale Castelli che non può essere depotenziato a soli 125 posti letto insufficienti a garantire risposte adeguate ai bisogni di sanità della zona Sud est del VCO.
Pur riconoscendo le giuste esigenze dell’Ossola, si ribadisce la necessità di un maggiore equilibrio nella distribuzione dei servizi Ospedalieri. Da considerare inoltre, come già osservato, l’ingente spesa del riassetto globale proposto che, dovendo tener conto del potenziamento della rete territoriale , farà emergere l’esigenza di investire molto anche per l’implemento delle risorse umane e delle attrezzature atte a far funzionare l’intero assetto Sanitario.
Per questi motivi il Comitato auspica un ripensamento del Piano Ires che , escludendo l’ipotesi di Ospedale Unico, riveda il progetto indicando in alternativa all’Ospedale Nuovo tra Domodossola e Villadossola le seguenti proposte:
1- Recupero delle strutture Ospedaliere di Domodossola e Verbania, dotati di DEA, e di Omegna con Pronto Soccorso h24 unitamente ai servizi di Ortopedia e Traumatologia e , oltre ai 116 di Omegna, una assegnazione più equilibrata dei restanti posti letto indicativamente suggerita in 210 posti letto a Domodossola (capacità insediativa del San Biagio calcolata dall’Ires) , e il recupero di 165 posti letto al Castelli. Dal costo globale degli interventi di recupero indicato dall’Ires 106.741.363 euro andrebbe detratto il minor costo per il recupero di soli 165 PL ( rispetto ai 277 potenziali) di Verbania, valutabile in circa 26.000.000 di euro con un costo globale finale di circa 80.741.00 euro circa , rispetto al totale 176.194.440 (128.083750 per l’Ospedale Nuovo + 24.785.840 per il Castelli e + i 23.324.850 di Omegna ). Trattasi di cifre indicative ma che fanno emergere la possibilità di un enorme risparmio sino al 50% dei costi totali. Sono così recuperabili ingenti risorse per gli adeguati investimenti in strutture (case salute attrezzate ), risorse umane ( personale sanitario e parasanitario), potenziamento della rete delle emergenze territoriali (118).
Da non sottovalutare i vantaggi, legati alla mobilità e migliore accessibilità, derivanti dal mantenimento del San Biagio nel centro di Domodossola. Inutile sottolineare che tale revisione comporta la possibilità di dare uguale dignità operativa ai due ospedali fornendoli dei servizi indispensabili di Supporto ai DEA. ( Utic con emodinamica, terapia intensiva e rianimazione, interventi medici, chirurgici, ortopedici, ostetrici e pediatrici). I 50 posti letto in più assegnati al San Biagio riequilibrerebbero la mancanza di quei servizi (Cavs- post acuzie e lungodegenze ) di cui ora gode solo la zona sud della provincia grazie alle convenzioni con strutture private.
Un eventuale specializzazione dell’ospedale di Verbania potrebbe indirizzarsi sul trattamento delle patologie oncologiche , considerata la Radioterapia già operante, o la realizzazione della Pneumologia , servizio estremamente carente nella nostra Provincia.
2- Riorganizzazione della rete territoriale con Case della salute con adeguato personale e operative h24, dotate di astanterie di almeno 8/10 posti letto, per garantire gli interventi terapeutici e diagnostici per patologie di minore gravità e gli indispensabili ricoveri brevi che il Piano Ires auspica al fine di filtrare gli accessi incongrui in ospedale. Come accennato tali strutture , che tutti ormai considerano indispensabili nel territorio, dovranno essere dotate di attrezzature diagnostiche minime indispensabili sfruttando il supporto della telemedicina.
Alle 3 Case della salute dell’asse Cannobio Omegna sarebbe auspicabile individuarne una per la zone mediana della Provincia a Premosello, una a Domodossola e , secondo quanto richiesto giustamente dai sindaci in Val Vigezzo e a Formazza.
3- Qualora la Regione non intenda recedere dalla costruzione di un nuovo Ospedale tra Domodossola e Villadossola, si propone di considerare il nuovo nosocomio con 160 posti letto+ DEA in alternativa ai 250, recuperando ulteriori 50 posti in un polo ristrutturabile del vecchio san Biagio. Ovviamente mantenere a Verbania 165 posti letto con servizi completi e DEA , oltre al Madonna del Popolo con i 116 posti letto previsti e il pronto soccorso H24. Anche in questo caso i risparmi , anche se minori, sarebbero considerevoli senza compromettere l’operatività degli Ospedali e dei servizi territoriali.
4- I forti risparmi ottenuti con tali soluzioni potrebbero essere investiti per garantire le risorse umane necessarie e le attrezzature atte al funzionamento sia dei servizi ospedalieri che territoriali.
Per concludere il Comitato non può condividere le decisioni di chi apprezza in toto il Piano Ires ,tra l’altro indicato come base di discussione dalla stessa Regione, e neppure condividere una strategia di difesa del solo Ospedale Castelli senza un progetto che contenga una visione globale della sanità rispondente ai bisogni di tutti i cittadini del VCO. Ritiene auspicabile l’avvio di trattative con la Regione per un miglioramento del Piano Ires , senza dimenticare che eventuali forti stravolgimenti degli equilibri sanitari, con un evidente attuale depotenziamento del Castelli andrebbero sottoposti alla valutazione dei cittadini con una indagine referendaria.