PALAZZO CIOJA DI SUNA, UN FUTURO PER LA COLLETTIVITA’

PALAZZO CIOJA DI SUNA, UN  FUTURO PER LA COLLETTIVITA’

I lavori di riqualificazione in corso allo storico Palazzo Cioja sul lungolago di Suna sono stati al centro di un incontro promosso dall’amministrazione comunale presso Estremadura Cafè per fare il punto della situazione e delineare gli utilizzi futuri dell’immobile. Con parecchi cittadini erano presenti tra l’altro il sindaco Silvia Marchionini, gli assessori Raffaele Allevi e Patrich Rabaini,  la dirigente comunale Noemi Comola,  Enrico Marforio direttore dei lavori, Carlo Stangalino dell’Impresa Stangalino Costruzioni, il presidente del Consiglio di Quartiere Ovest Paolo Oliva e la ex presidente Laura Ghidini.

Si è ricordato che la riqualificazione avviata a Palazzo Cioja è stata resa possibile da un primo finanziamento pubblico di 480.000 euro che ha consentito di elaborare la progettazione e dal successivo finanziamento di 5 milioni di euro dei fondi Pnrr che consente ora di procedere all’intervento.   Il palazzo, già sede municipale e di altre istituzioni,  è stato oggetto nel tempo di interventi urgenti di restauro parziale che però non ne hanno arrestsato il progressivo degrado. L’intervento attuale, anche se non sarà completo, dà però la svolta decisiva al pieno recupero e si svolge in piena sintonia con le indicazioni della Sovrintendenza.  I lavori, piuttosto complessi e non privi di difficoltà,  riguardano  messa in sicurezza, copertura, impiantistica,  ascensore, facciate, recupero di locali interni di valenza storica riportati all’aspetto originale.   Tre sono le squadre attualmente impegnate nel cantiere e, completate le demolizioni, ci si concentra ora sulla copertura dell’edificio.   La destinazione futura si lega in modo precipuo alla collettività locale, con il coinvolgimento di associazioni sunesi  per un utilizzo legato anche alle esigenze dei giovani. Del resto non a caso le sorti di Palazzo Cioja sono da tempo al centro delle attenzioni del Consiglio di Quartiere e si è dato vita ad un Comitato promotore per seguire il recupero mantenendo le valenze storiche del complesso ma con una destinazione degli spazi ad usi prevalentemente pubblici e sociali al passo con i tempi nell’interesse della collettività.

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