PORTO NAUFRAGATO: ZACCHERA DICE LA SUA

Prosegue il recupero delle imbarcazioni affondate.

Sulla sorte del portico turistico e sulle relative responsabilità ognuno dice la sua.  Al dibattito che si sta ampliando si aggiungono ora le considerazioni dell’ex sindaco Marco Zacchera, che riportiamo integralmente come pubblicate sull’ultimo numero del suo blog “Il Punto”:      Il maltempo di giovedì scorso ha messo KO il porto di Verbania con l’affondamento di numerose barche e motoscafi attraccati e danni ingenti alle strutture. Credo che questo disastro sia un’ occasione per fare definitiva chiarezza su questa opera pubblica “nata male” e proseguita peggio. Visto che il presidente del Consiglio Regionale Valerio Cattaneo ha manifestato interesse per il problema – e le sue dichiarazioni sono state riprese ampiamente dalla stampa – è sicuramente la persona più adatta per andare a vedere e finalmente far capire a tutti come mai la Regione Piemonte abbia voluto realizzare il porto proprio in un punto obiettivamente sconsigliabile visto che è molto esposto al vento e forse realizzato con sistemi troppo “leggeri”, ricordando che il gemello porto di Cannobio è già finito in fondo al lago, impietosamente affondato anni fa.

Occorre quindi fare chiarezza quindi su chi lo abbia progettato, perché proprio lì, quanto sia costato e chi l’abbia collaudato.

Il secondo aspetto è legato alla gestione che è stata affidata dall’inizio e per ancora un lungo periodo di tempo a valori decisamente bassi: solo circa 1.500 euro al mese (!) per una struttura che ospita decine e decine di natanti ed ha intorno tutta una serie di strutture (alcune delle quali realizzate dai gestori, va ricordato). Nel prezzo sono compresi anche l’affitto del parcheggio, le aree di servizio ecc. Tenuto conto di quanto si paga per ricoverare un natante mi sembra che la regione abbia fatto un ben pessimo affare. 

A questo punto sarebbe indispensabile poi capire se siano state fatte negli anni le manutenzioni ordinarie e a chi fossero a carico perché il comune di Verbania (NB: gestione centro-sinistra) ha preso in carico per buona una struttura palesemente già critica e messa ancor più nei guai dall’uragano del 25 agosto 2012. Qualcuno (Rifondazione Comunista, che adesso è la difensora d’ufficio anche dei proprietari di yacht !) ha fatto la consueta demagogia sul perché non si sono poi fatte successive opere di manutenzione, dimenticando che la regione Piemonte dopo le promesse iniziali (proprio Cattaneo arrivò ad ipotizzare una accisa sulla benzina per aiutare Verbania, finita in nulla) e le visite di Presidente ed Assessori non ha  concesso che briciole per i danni del tornado stanziando alla fine solo circa 300.000 euro (pari a meno di un terzo delle spese vive affrontate in proprio dal comune solo per la primissima emergenza) e zero stanziamenti per i privati. Nulla è stato concesso per il ripristino dei beni comunali. L’unico ente che si è visto riconoscere una bella somma è stata Villa Taranto che – soprattutto grazie ai senatori locali Zanetta e Montani – si è vista assegnare dallo Stato con la legge finanziaria dell’anno scorso ben 2.000.000 di euro (a quanto sono ammontati i danni “veri”?) che a mio avviso andavano ed andrebbero spesi anche per i servizi e la zona legata a Villa Taranto (area Castagnola, parcheggio a lago, pista ciclabile, illuminazioni a cominciare da Via Prossano ecc.) ma l’Ente, nella sua autonomia, non l’ha intesa così e la città è rimasta a secco.

Il blocco degli investimenti – nonostante che anche quest’anno Verbania sia tra le poche città d’Italia che siano risultate “comune virtuoso” per il bilancio da noi approvato e voluto l’anno scorso – impedisce poi di farne di nuovi e tanto meno può far ipotizzare che il comune trovi i fondi, chiunque amministri, per rifare il porto che – costruito e mantenuto meglio – certo non sarebbe l’attuale desolante disastro di oggi. Nonostante ciò, nel mese di marzo di quest’anno la mia amministrazione ha trovato 140.000 euro per finanziare lo studio di fattibilità dei lavori necessari per sistemare il porto e in data 8 marzo il dirigente preposto del Comune aveva emesso un’ordinanza che vietava l’approdo, l’ormeggio e l’accesso da terra ai pontili galleggianti del porto turistico. 

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