La museologia del presente si scrive a Verbania: al Teatro Maggiore di Verbania continuano gli appuntamenti con “Piacere Cultura. Dalla crescita personale alla crescita economica”, ciclo di incontri aperti al pubblico nato su progetto di Maurizio Vanni, storico dell’arte e museologo, promosso da Fondazione Il Maggiore, UPO – Università del Piemonte Orientale, Regione Piemonte, Città di Verbania e ArsUni Vco con il patrocinio del Ministero della Cultura. Sabato 16 e 23 ottobre matinée con gli esperti e pomeriggio di laboratori e workshop. Giornate per stilare un nuovo vademecum per teatri e musei, chiamati a reinventarsi dopo la pandemia. La crescita sostenibile è il tema portante dell’intero ciclo di incontri. I musei sono chiamati a ideare nuovi business model attraverso forme sempre più creative di fund raising, sottolinea l’ideatore della rassegna Maurizio Vanni. Ma la sostenibilità deve investire anche altre sfere: sociale, ambientale, di benessere psicofisico. Info e iscrizioni: https://forms.gle/qZaytctbnJDXuxBM8
Questo il programma degli appuntamenti:
Sabato 16 ottobre la sostenibilità ambientale sarà al centro dell’incontro “Musei, teatri e sostenibilita’ ambientale. Il cuore della vita”. I musei, infatti, sono tra gli edifici con il più alto impatto ambientale. Ai progetti ecosostenibili, connessi all’utilizzo di materiali naturali e di materie prime certificate FSC (Certificazione Internazionale per il Settore Forestale) o PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification Schemes), si uniscono i programmi per il risparmio e l’efficienza energetica. Temi che saranno affrontati anche attraverso laboratori e workshop a tutti i segmenti di pubblico, per trasmettere competenza ecologica e coscienza ambientale. “Un museo ecologico ed ecosostenibile migliora la qualità della vita di chi lo frequenta inviando un messaggio determinante alla società”, aggiunge Vanni.
Sabato 23 ottobre chiude la rassegna “La cultura è salute&benessere. Arteterapia, museoterapia, teatroterapia, musicoterapia e mindful museum”. Ben prima che la medicina moderna riconoscesse nelle attività culturali un’efficacia terapeutica, le società primitive usavano, in modo istintivo, “elementi artistici” per curare i loro malati. Il guaritore era una sorta di figura mitica che impersonava tre figure: quella del medico, del sacerdote e dell’artista. “Secondo uno studio svedese, pubblicato nel 2000, la frequentazione di musei e luoghi di cultura in genere può avere un effetto benefico sulla longevità; il che è come dire – conclude Vanni – che i musei allungano la vita”.