QUESTIONE CANILE: L’AMMINISTRAZIONE QUERELA LA PRESIDENTE DEGLI AMICI DEGLI ANIMALI. PRIME REAZIONI

QUESTIONE CANILE: L’AMMINISTRAZIONE QUERELA LA PRESIDENTE DEGLI AMICI DEGLI ANIMALI. PRIME REAZIONI

Con una delibera di Giunta,  l’Amministrazione comunale dà il via alla querela contro la presidente dell’associazione Amici degli animali, Loredana Brizio.   Dopo un periodo di silenzio, la questione canile torna così prepotentemente alla ribalta con una svolta clamorosa di carattere giudiziario che non mancherà certo di suscitare reazioni e commenti. Se ne ha subito un esempio con il seguente comunicato diffuso dal gruppo consiliare Comunità.vb:

La riteniamo un’iniziativa grave, nel metodo e nel merito.

Nel metodo perché la querela non è uno strumento che appartiene alla politica, come ha dimostrato – a suon di denaro pubblico sperperato – l’unica iniziativa simile assunta nella storia verbanese, quando la giunta Zanotti citò un cittadino per diffamazione (aveva scritto una lettera alla Stampa in cui riconduceva le colpe di un incidente mortale alla scarsa illuminazione della strada) perdendo la causa in due gradi di giudizio ma lasciando laute parcelle legali sul groppo dei verbanesi.

Nel merito perché la questione canile, ancora oggi irrisolta, è tutt’altro che chiusa e meriterebbe, al contrario di un’azione giudiziaria, una spiegazione pubblica.

A quanto ci è dato sapere per ammissione della diretta interessata, l’avvocato Brizio ha presentato alla magistratura numerosi esposti paventando violazioni di legge. Questi esposti sono, probabilmente (perché la delibera è molto generica e lacunosa nella spiegazione), ciò che sindaco e giunta contestano con la querela.

Una querela è un’azione che invita la magistratura a perseguire un reato penale, in questo caso diffamazione o calunnia, per le quali il pm non può procedere d’ufficio.

La querela, che va presentata entro tre mesi dal fatto, nulla centra con il danno d’immagine che, se dimostrato, può essere risarcito in una causa civile il cui avvio può avvenire entro dieci anni.

È chiaro che, contrariamente a quanto affermano sindaco e giunta, il loro intento non è tutelare il presunto danno causato all’immagine del Comune, ma far punire con una condanna la persona che loro ritengono li abbia diffamati.

La scelta è censurabile ma, soprattutto, prematura. Perché se è vero che l’avvocato Brizio ha presentato numerosi esposti alla Procura, è indubbio che questi porteranno un risultato.

Se fosse l’insussistenza di reati e l’irreprensibilità dei comportamenti di amministratori e personale del Comune, la giunta potrebbe agire per calunnia e chiedere i danni.

Diversamente sarebbe tutto un altro discorso.  

In ogni caso sarebbe meglio parlarne se e quando ci sarà un pronunciamento della magistratura, in un senso o nell’altro.

Tutto ciò prescinde dalla valutazione se quanto affermato dal presidente degli Amici degli animali è giusto, sbagliato, diffamatorio o calunnioso. Una valutazione che non spetta a noi.

Noi sul piano politico abbiamo sempre sostenuto che ci sono molti punti interrogativi sull’intera vicenda canile. Non abbiamo alzato i toni della polemica, ma non per questo siamo soddisfatti delle risposte mai pienamente arrivate dal Comune che, speriamo, arriveranno in futuro.

L’annunciata querela contro il presidente degli Amici degli animali è l’unica azione che la giunta ha compiuto da quando è stato rotto il rapporto con Adigest. Sindaco e assessori anziché appellarsi all’avvocato avrebbero fatto meglio a dirci che cosa intendono fare con il canile, che a oggi è in sospeso.

Un’ultima considerazione. Se proprio si voleva attaccar lite con un privato cittadino, almeno si sarebbe potuto farlo fuori dal contesto pubblico, ingaggiando cioè un avvocato esterno a proprie spese. È molto comodo, e poco costoso, far cause con i soldi pubblici (di tutti) a privati che questo privilegio non l’hanno.

 

Nella foto la presidente degli Amici degli animali Loredana Brizio (al centro) ad un’assemblea sul canile.

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