RIMBORSOPOLI: LE DICHIARAZIONI DI COTA E RESCHIGNA

Roberto Cota

Aldo Reschigna

In relazione all’inchiesta di “rimborsopoli”, dopo le richieste odierne di rinvio a giudizio per il governatore Roberto Cota e di archiviazione per il capogruppo del Pd Aldo Reschigna ecco le dichiarazioni rilasciate dai diretti interessati. ROBERTO COTA: Prendo atto senza alcuna sorpresa della richiesta di rinvio a giudizio presentata dai PPMM. Non commento la circostanza della richiesta di archiviazione dell’indagine di Mercedes Bresso, rinvio alla lettura delle disinvolte e benevole motivazioni del colpo di spugna. Registro che nessun esponente di una parte politica andrà a giudizio. Sarà un Giudice a valutare la fondatezza di una linea interpretativa che vorrebbe scrivere delle regole del gioco nuove a partita finita, e che addirittura ignora la legge. Il problema dei costi della Politica è stato da subito affrontato in questa legislatura dal Consiglio Regionale in modo risolutivo, caso unico e raro. I contributi ai gruppi politici sono stati praticamente cancellati, l’indennità dei Consiglieri Regionali, degli Assessori e del Presidente della Regione fortemente ridotta, il trattamento di fine rapporto dimezzato. Il Consiglio regionale costa oggi grazie alla mia maggioranza trenta milioni in meno, abbiamo addirittura eliminato la pensione per i Consiglieri Regionali. A fronte di questi fatti concreti, del mio comportamento di totale estraneità rispetto ad interessi di carattere economico di qualsivoglia natura è impensabile anche soltanto immaginare da parte mia un intento appropriativo. Riaffermo quindi la correttezza delle mie azioni e la limpidezza delle mie intenzioni, farò valere le mie ragioni con forza ed in ogni sede.      ALDO RESCHIGNA:  La richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del presidente della Regione Piemonte e di 39 consiglieri regionali rappresenta un altro terribile colpo alla credibilità della Regione. Un colpo mortale per un rapporto già abbondantemente deteriorato con la comunità piemontese, che si aggiunge a quelli determinati dalla vicenda delle firme false, con la conseguente sentenza del Tar, e dall’incapacità della Giunta di governare, certificata ancora una volta solo ieri dalla bocciatura del bilancio da parte dei revisori dei conti. Cosa aspetta Cota a dimettersi? Cosa ancora deve succedere? Non penserà davvero di andare al Consiglio di Stato per allungare il brodo e ritardare il più possibile le elezioni anticipate, solo per poter occupare ancora per qualche mese il potere? E’ lo stesso Roberto Cota che diceva ai magistrati, nel primo interrogatorio, che non avrebbe potuto restare in carica anche solo con l’ombra di un avviso di garanzia. Un Presidente della Regione può avere una sola parola. Per questo ci aspettiamo e chiediamo che nelle prossime ore Roberto Cota rassegni le dimissioni e agevoli quella che per il Piemonte è una strada segnata con evidente chiarezza: il voto anticipato per rinnovare il governo regionale entro la primavera.

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata.