UN COMUNICATO DEL VESCOVO BRAMBILLA PER IL MESSAGGIO DI PACE GIUNTO DALLE CHIESE

UN COMUNICATO DEL VESCOVO BRAMBILLA PER IL MESSAGGIO DI PACE GIUNTO DALLE CHIESE

Con tutta la Chiesa italiana, in profonda comunione con il Santo Padre Francesco, esprimiamo gratitudine per l’iniziativa dei fratelli musulmani di recarsi nella Chiesa più vicina alla loro casa, per esprimere “solidarietà e cordoglio” dopo il “vile assassinio” di Padre Jacques Hamel, come ha suggerito in Francia il Consiglio francese per il Culto musulmano.

È un segno enorme, un segno che aspettavamo. Esso significa che i credenti di tutte le religioni, in particolare ebrei, cristiani e musulmani, condannano la violenza perpetrata in nome di Dio. Con il loro gesto i fratelli musulmani ci attestano che la violazione dello spazio santo della celebrazione è un gesto inaudito. Di questo noi li ringraziamo.

Nel luogo santo, nello spazio della comunione con Dio e con i fratelli si entra a piedi scalzi, senza alcun segno di potenza, indifesi, disarmati e disarmanti. Non ci si può servire del nome di Dio per alcun fine, ma siamo noi che dobbiamo servire il nome santo e misericordioso di Dio. Non bisogna strumentalizzare la fede, qualsiasi fede, con gesti che uccidono la vita soprattutto quella dei bambini, dei giovani e delle persone inermi, fin nel cuore della celebrazione del sacrificio di Gesù, come per Padre Hamel nella Chiesa di Rouen.

Con la presenza dei fratelli musulmani veramente credenti che noi accettiamo di cuore, diciamo che ogni fede deve vigilare sul primato di Dio, per non trasformarlo in un idolo a nostro piacere. C’è un comandamento che tocca profondamente il cuore di ebrei e cristiani e segna un principio irrinunciabile di vita e di azione: non fabbricarti idoli! Ed è un comandamento anche molto caro all’Islam, che ne fa uno dei pilastri della sua concezione religiosa: c’è un Dio solo, potente e misericordioso, e nulla è comparabile a lui.

Chiunque adora un idolo intuisce che in qualche modo si degrada, sta facendo il proprio male e sta preparandosi a fare del male agli altri. Vi sono gli idoli della violenza, della vendetta, del potere (politico, militare, economico…) che guidano le sorti del mondo odierno. È l’idolo che vuole stravincere in tutto, che non vuole cedere in nulla, non accetta nessuna soluzione in cui ciascuno sia disposto a perdere qualche cosa in vista di un bene complessivo. Come dice tante volte la Bibbia, chi adora gli idoli diviene schiavo degli idoli, anche di quelli invisibili: non può più sottrarsi alla spirale perversa della vendetta e della ritorsione.

Per questo dopo i giorni drammatici e orrendi appena trascorsi, un segno di pace ha un valore inestimabile. Il balsamo della presenza, della prossimità, della preghiera e della comunione ci aiuti a guarire i nostri cuori dalla sete di vendetta. Da Cracovia di fronte al segno di un milione e mezzo di giovani che inneggiano alla vita e alla misericordia, questo giorno sia un’alba di rinascita. Un abbraccio a tutti i presenti, di qualsiasi credo siano. Il Signore ci doni la sua pace.

 FRANCO GIULIO BRAMBILLA, Vescovo di Novara

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