“UNA LINEA CHIAMATA CADORNA” IN MOSTRA ALL’ARCHIVIO DI STATO

“UNA LINEA CHIAMATA CADORNA” IN MOSTRA ALL’ARCHIVIO DI STATO

UNA LINEA CHIAMATA CADORNA – Le fortificazioni del settore Toce-Verbano durante il primo conflitto mondiale è il titolo della mostra che sarà inaugurata sabato 5 novembre 2016 alle ore 11 presso l’Archivio di Stato di Verbania  in via Cadorna, 37. La mostra, che  rimarrà aperta fino al 12 dicembre da lunedì a venerdì, ore 10-15 con ingresso libero, è stata realizzata con il contributo della Fondazione Comunitaria del Vco e con il patrocinio di Ministero della Difesa, Regione Piemonte, Provincia del Verbano Cusio Ossola, Unione del Lago Maggiore, Comune di Verbania, Museo del Paesaggio, Ordine degli Ingegneri del Vco, Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori delle provincie di Novara e Vco, Cai Sezioni Est Monte Rosa.

Fin dall’età napoleonica, l’area geografica compresa tra il monte Rosa e la sponda occidentale del lago Maggiore ha rivestito una notevole importanza difensiva. Con l’apertura della strada del Sempione (1805) prese avvio un costante monitoraggio della valle del Toce, inizialmente in funzione antifrancese, poi a difesa di qualsiasi nemico proveniente da Nord. Le prime opere di difesa iniziarono nel maggio del 1906 con il minamento della ferrovia e della strada del Sempione, per poi proseguire nel 1910 con la costruzione di una batteria in casamatta ad Iselle e quindi nel 1912-1913 delle postazioni del Montorfano e di Bara. Questi manufatti furono ampliati, consolidati, implementati e infine abbandonati durante la Grande Guerra e sostituiti da una più solida e articolata linea di difesa, corrispondente alla cosiddetta Linea Cadorna, che si estendeva dalla Valle d’Aosta alla Alta Val Seriana. Nell’ambito delle attività per il centenario della prima guerra mondiale, l’associazione culturale Amici dell’Archivio di Stato di Verbania propone la mostra documentaria sulle fortificazioni del settore Toce-Verbano con l’obiettivo di raccontare la storia della difesa alla frontiera nord attraverso l’opera di ingegneria militare tuttora visibile sul territorio (strade, camminamenti, trincee, gallerie, appostamenti). Le ricerche hanno interessato molti archivi, centrali e periferici, in particolare l’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’Esercito, l’istituto storico di cultura dell’Arma del Genio (entrambi in Roma), e gli archivi storici del Politecnico di Milano, dove sono stati rinvenuti progetti, mappe, immagini e documenti che saranno esposti in copia lungo il percorso della mostra. 

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